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Auto elettriche e car sharing, Italia fanalino di coda

12 novembre 2018 | 12.09
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Fotogramma - (FOTOGRAMMA)
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Italia nelle retrovie della classifica mondiale della mobilità del futuro. Infrastrutture inadeguate e quadro normativo arretrato sono i principali ostacoli allo sviluppo di car sharing, auto elettriche e a guida autonoma. In pole position nella graduatoria c'è la Cina, che supera Singapore. L'Italia è penultima nella classifica stilata da Roland Berger nel report 'Automotive Disruption Radar' sulla mobilità condivisa e la guida autonoma giunto alla quarta edizione. In totale sono 14 i Paesi presi in esame dagli analisti della società di consulenza strategica di origine tedesca su un totale di 26 indicatori industriali suddivisi in cinque categorie: interesse del consumatore, regolamentazione, infrastruttura, tecnologia e attività industriale.

Nell'indagine sono stati coinvolti 13 mila consumatori provenienti da Belgio, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Italia, Olanda, Regno Unito, Russia, Singapore, Stati Uniti e Svezia. L'Italia resta nelle retrovie - conservando il penultimo posto come nella terza edizione -, ma migliora l'interesse degli intervistati per l'acquisto di auto elettriche.

A pesare è lo stato delle infrastrutture, insufficiente e spesso arretrate. Sul fronte electric vehicles, ha la peggiore infrastruttura pubblica di tutta Europa come emerge dai numeri: ci sono 0,4 stazioni di ricarica ogni 100 chilometri, a conti fatti neppure una ogni 200 chilometri di strade. Per fare un confronto, in Germania la media è 4,5 stazione ogni 100 chilometri e dunque oltre 10 volte il risultato italiano. In Francia la quota è 2,3. Altra pecca che emerge dal report: il quadro normativo ancora non in linea con la rivoluzione tecnologica in atto, pur con un importante passo segnato dal decreto Smart Road varato nel corso del 2018 che consente l'effettuazione di test per la circolazione delle auto a guida autonoma.

"L'apparente arretratezza dell'Italia nel percorso di realizzazione della mobilità del futuro non è di per sé un elemento negativo, perché il Paese dispone di molte eccellenze in ambiti tecnologici promettenti che sapranno conquistarsi la propria quota di valore. Inoltre, in un quadro di generale incertezza ed ambiguità, il ruolo di smart follower può consentire di governare una transizione complessa a condizione che si abbia consapevolezza dello scenario a tendere insieme alla volontà di rafforzarsi e ammodernarsi", afferma Andrea Marinoni, senior partner di Roland Berger.

E prosegue: "Occorre che il Paese si doti di una vera politica industriale sulla mobilità del futuro, incoraggiando la realizzazione di un ecosistema che esalti le qualità delle nostre imprese e accelerando l'innovazione a partire dagli investimenti". L''Automotive Disruption Radar' mostra il balzo della Cina e quanto velocemente si stia muovendo il gigante asiatico. E' ormai è il più grande mercato mondiale sul lato automobilistico e allunga il suo distacco rispetto al secondo classificato: in soli sei mesi la Cina è passata da uno a cinque punti di distanza da Singapore sulla classifica generale.

Delle 700.000 vetture elettriche vendute a livello mondo, più della metà sono state piazzate sul mercato cinese. Il 65% degli intervistati cinesi pensa che la sua prossima macchina sarà elettrica. In Europa tale desiderio è espresso dal 30% del campione, sale al 40% per gli italiani. La Cina ha dimostrato grande interesse verso i veicoli self-driving e ha stilato linee guida standardizzate per la sperimentazione. Il quadro normativo è il più aperto e duttile rispetto a quello degli altri Paesi osservati e ha permesso ad alcune aziende di attivare trial sperimentali su veicoli autonomi nelle città di Pechino e Shanghai. Tra le altre nazioni sono il Regno Unito è riuscito a far approvare una specifica legge al riguardo.

Il grande balzo fatto dalla Cina non si è ancora concluso: insieme alla avanguardia tecnologica e alla grande propensione dei consumatori cinesi verso le nuove soluzioni di mobilità sostenibile, sta proseguendo il massivo sviluppo infrastrutturale, necessario per abilitare e diffondere l'utilizzo di veicoli elettrici e sempre più autonomi. Secondo Francesco Campagna, partner di Roland Berger "il gigante asiatico nonostante il maggior numero di punti ricarica già presenti sulle proprie strade rispetto a quelli attivi in tutti gli altri Paesi del mondo con 272 stazioni ogni 100 chilometri, continuerà a sviluppare le proprie infrastrutture, dalle colonnine di ricarica fino alle autovie per i veicoli autonomi, diventando sempre più l'esempio da seguire per tutti mercati avanzati dell'auto".Nonostante l'automobile privata resti a livello mondo la scelta preferita dei consumatori, con in particolare gli Stati Uniti campioni di auto di proprietà con una penetrazione pari all'85% sul totale della popolazione, la mobilità condivisa non è più un fenomeno di nicchia. Emblematico l'esempio dell'India dove un quarto degli intervistati ricorre abitualmente a soluzioni di car sharing o ride hailing. In Cina e Singapore tale percentuale si attesta al 15%, mentre Russia scende a quota 10%. Va peggio in Europa occidentale attualmente ferma al 5%, al pari di Giappone e Corea del Sud. Ma un motivo c'è: in questi Paesi i mezzi pubblici funzionano bene. Soprattutto in Corea del Sud e Giappone dove a ricorrevi è rispettivamente il 45% e il 40% della popolazione. In Europa occidentale siamo al 20% circa. La battaglia della mobilità del futuro sembra ancora tutta da giocarsi.

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