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Manovra

Di Maio: "Ci chiedono lacrime e sangue"

15 novembre 2018 | 14.07
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(Fotogramma)
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"Ci chiedono una manovra lacrime e sangue". All'indomani del pugno duro di Austria e Olanda nei confronti dell'Italia sulla legge di bilancio, il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, replica alle critiche dei due Paesi e ribadisce che il governo va avanti. "Non mi meravigliano le dichiarazioni dell’Austria e della Olanda: sono sempre le stesse, cioè quelle di chiedere all'Italia di fare una manovra lacrime e sangue - ha detto Di Maio, a margine del tavolo Pernigotti - Loro ci chiedono in questo momento, inconsapevolmente secondo me, di far rispettare tutte le regole e quindi ci chiedono una manovra lacrime e sangue che è esattamente l'opposto di quello che ci hanno chiesto gli italiani il 4 marzo. Noi andiamo avanti perché l’alternativa è massacrare ancora di più i pensionati, massacrare ancora di più i disoccupati e massacrare ancora di più le imprese".

Per il vicepremier "l’alternativa non può essere questa. Noi andiamo avanti perché è la strada per far riprendere il Paese. Poi mi dispiace che l'Austria soprattutto si stia comportando così perché oggi il governo austriaco, per quanto io sia distante totalmente dalle sue ideologie, dovrebbe rappresentare quella nuova generazione di forze politiche, di governi che volevano cambiare l'Europa ma che in realtà stanno andando avanti nella stessa direzione del passato". Che è quella "di chiedere all’Italia di continuare a massacrare gli italiani. Io assolutamente non lo farò" ha scandito il ministro del Lavoro. "Noi non preferiamo una procedura, questo è chiaro - ha sottolineato ancora, rispondendo ai giornalisti sul rischio dell’avvio di una procedura di infrazione - e stiamo lavorando per non ottenere la procedura ma senza sacrificare gli italiani".

Sulla manovra è tornato da Abu Dhabi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "All'orizzonte non c'è alcuna correzione" ha ribadito il premier rispondendo alle domande dei cronisti. Conte ha spiegato che "a inizio settimana" sentirà il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, "e concorderemo quando vederci". Con lui "mi siederò non per chiedere come modulare la procedura di infrazione ma per invitarlo a considerare di non avviarla".

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