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Cosa succederebbe se tornassimo alla Lira

21 novembre 2018 | 07.17
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(Fotogramma)
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"Un'assoluta pazzia" con possibili scenari di "devastazione economica". Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, nel corso di un seminario a Ravenna ha usato queste parole commentando l'ipotesi di un possibile ritorno alla Lira. A causa delle tensioni tra Italia ed Europa sulla Legge di Bilancio, che potrebbero portare all'attivazione di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, si è tornati a parlare di una possibile uscita dall'Euro, con un conseguente ritorno alla vecchia moneta per il nostro Paese.

Gli effetti nel caso sarebbero diversi. Il ritorno alla Lira potrebbe portare alla crescita del PIL nel medio periodo. Si tratta, infatti, di una moneta ormai svalutata e le esportazioni aumenterebbero. La crescita della voce export con la bilancia commerciale italiana in positivo comporterebbe un conseguente aumento della produzione e, forse, anche dell'occupazione. Non mancherebbero, però, gli svantaggi, con conseguenze che rischiano di essere catastrofiche per il nostro Paese. Il problema vero è rappresentato dai tassi di interesse che, in caso di disgregazione dell'area Euro, volerebbero. Ricordiamo, infatti, che è stato proprio l'ingresso nell'Eurozona a tenere bassi i tassi d'interesse, permettendo al nostro Paese di potersi rifinanziare. Un aumento notevole dei tassi di interesse comporterebbe così un peggioramento dei conti pubblici, già oggi in negativo, con il rischio default che sarebbe più concreto per il nostro Paese.

Tutto comunque dipende dalla classe politica. La partita si gioca sulla sua capacità di saper affrontare le difficoltà, correlate al cambiamento della moneta con la messa a punto di manovre di politica economica adeguate e contemporaneamente di saper cogliere le opportunità che si apriranno.

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