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Tav, Boccia: "Conte convinca governo o si dimetta"

03 dicembre 2018 | 16.52
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(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

"Se siamo qui significa che siamo a un punto quasi limite di pazienza". Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, non usa mezzi termini. E la manifestazione 'Infrastrutture per lo sviluppo, Tav, l'Italia in Europa' diventa così occasione per inviare un forte messaggio al governo: "Se fossi in Conte - dice infatti Boccia - chiamerei i due vicepremier e direi loro di togliere 2 mld l'uno e due l'altro. Se nessuno dei due volesse arretrare mi dimetterei e denuncerei all'opinione pubblica chi non vuole arretrare". E ai vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il numero uno di Confindustria invia una "promessa" e un "consiglio". "La promessa per Di Maio è che se ci convoca tutti e 12 non lo contaminiamo, il consiglio a Salvini, che ha preso molti voti al nord, di preoccuparsi dello spread perché le imprese se ne preoccupano e il contributo al premier è che questa manovra vale 41 mld di cui 18 per pensioni e reddito di cittadinanza. Per quattro mld appena evitiamo la procedura di infrazione".
"Se siamo qui qualcuno si dovrebbe chiedere perché - aveva spiegato Boccia in apertura della manifestazione che ha visto riuniti alle Ogr di Torino 12 associazioni in rappresentanza di industriali, artigiani, commercianti, cooperative per un totale di circa 3000 persone -, la politica è una cosa troppo importante per lasciarla solo ai politici. Noi stiamo facendo proposte di politica economica per evitare danni al Paese. Lo stiamo facendo con una logica di rispetto delle istituzioni, certo che se qualche ministro quando gli facciamo una proposta ci chiede una mail, ci costringe a fare operazioni come questa di Torino. Il problema evidentemente -aveva detto ancora il leader degli industriali - non siamo noi".

"Il messaggio è un chiaro sì alla Tav Torino-Lione, perché le infrastrutture sono un’idea di società, includono, sono un’idea di visione del Paese, centrale tra Europa e Mediterraneo, aperta a est e a ovest", ha spiegato Boccia, aggiungendo che "la Tav è un cantiere non un progetto e quindi occorre spingere sui cantieri, proprio per quegli investimenti pubblici a cui il governo fa riferimento per attivare la crescita".

"La Torino-Lione - ha continuato il numero uno degli industriali - è un fatto nazionale, non locale ma il 5 dicembre noi non siamo stati convocati dal Governo, sono stati convocati solo i vertici locali delle nostre associazioni e questo la dice lunga sulla visione localistica che il Governo ha dell'opera", ha spiegato Boccia a proposito della convocazione di mercoledì a Roma che il premier Giuseppe Conte ha fatto nei giorni scorsi alle categorie produttive e a cui è prevista la partecipazione anche del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

"Siamo contro - ha aggiunto - questa manovra perché non ha nulla di crescita. Occorre un equilibrio tra le ragioni del consenso e lo sviluppo". "Siamo disponibili al confronto - aggiunge in ogni caso - perché la politica sia in grado di trasformare sogni in realtà e speranze in certezze". Ma "la stagione degli alibi - avverte - è finita".

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