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Carige, Tria: "Governo auspica soluzione privata"

17 gennaio 2019 | 18.04
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

''Il governo auspica una soluzione privata della crisi, che consenta il superamento in via definitiva delle attuali criticità'' di banca Carige. Così il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, in audizione nelle commissioni Finanze di Camera e Senato. ''Il governo - ha aggiunto - rimane in attesa della presentazione del piano industriale, che dovrebbe avvenire entro la fine del prossimo febbraio, e auspica che questo agevoli l'individuazione di possibili partner, in un'ottica di aggregazione e secondo logiche di mercato''. "Carige non è una banca morta'', ha detto il ministro aggiungendo: ''La scorsa settimana è stata dichiarata solvente dalla Bce ma, per problemi di governance e degli azionisti esistenti che si rifiutarono di aumentare il capitale, si dovette intervenire con il fondo interbancario''. Nella banca ''ci sono, come in altre, problemi di crediti deteriorati che sono in ogni caso già in diminuzione da un po' di tempo. E ci sono alcuni 'tesoretti', come i crediti d'imposta, che è una delle cose che può attirare una banca in un processo di aggregazione''. La raccomandazione della Banca centrale ''è di andare verso un'aggregazione'' perché da sola nel futuro ''potrebbe avere difficoltà per motivi di gestione operativa''. ''Trovare soluzioni di mercato, un possibile aggregazione, richiederà un piano industriale e una ricapitalizzazione che non può fare il governo.

''La ricapitalizzazione precauzionale temporanea e il suo accostamento alla nazionalizzazione appare improprio'', ha detto ancora Tria spiegando che la ricapitalizzazione precauzionale ''è volta ad assicurare il rispetto di tutti gli indici di patrimonializzazione, anche negli scenari ipotetici di particolare severità'' che sono ''altamente improbabili''. ''Tale ipotesi è disciplinata dal decreto legge con l'intenzione di fornire uno spettro il più possibile ampio di soluzioni'' di tutela per i risparmiatori. ''La misura è stata inserita al solo scopo precauzionale ed è da considerarsi del tutto residuale, in quanto del tutto remoto è il relativo scenario''. Qualora si dovessero materializzare i presupposti per un tale intervento, spiega il ministro, ''andrebbero avviate le interlocuzioni con l'Europa al fine di negoziare le misure aiuto, il piano di ristruttura e il termine massimo entro quale la banca andrebbe restituita al mercato''.

''Molti hanno detto che si è intervenuti in ritardo a causa di una scarsa vigilanza, che ha informato in ritardo''. Da luglio ''sono stato informato passo passo di quello che è accaduto a Carige'' tramite l'autorità di vigilanza. Ma la banca è privata e il governo ''non può intervenire per dire fate questo e fate quell'altro''. Il cda, gli amministratori e il presidente si muovono con gli azionisti altrimenti non possono operare. Il 22 dicembre il cda doveva approvare aumento capitale ma gli azionisti di maggioranza si sono astenuti e hanno impedito di prendere la decisione. ''Prima di allora il governo non aveva la possibilità di intervenire''. Da quel momento, però, ''è stata monitorata la situazione ed è stato visto quello che si poteva fare. ''Non vedo ritardi. A meno che dal 22 dicembre all'8 gennaio si veda un ritardo''.

Infine, l'aumento dello spread ''non c'entra assolutamente nulla'' con la crisi di Carige, ha replicato Tria a chi sostiene che sull'attuale situazione dell'istituto di credito abbia inciso l'incremento degli interessi sui titoli di Stato. ''L'aumento dello spread pesa sulla fiducia e, in parte, sulle banche'' in generale ma, per quanto riguarda la situazione di Carige in particolare, ''non ha pesato nulla''. La crisi ''si è andata acuendo per problemi di governance, per il comportamento degli azionisti e, probabilmente, in passato ha avuto amministratori che non sono stati in grado di far rendere la banca quanto poteva, come accade in qualunque azienda''.

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