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Tria: "Rischio sono politiche consigliate da Fmi"

21 gennaio 2019 | 20.13
LETTURA: 4 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Alle previsioni del Fmi, secondo le quali l'Italia è uno dei rischi per l'outlook a livello globale insieme a Brexit e al rallentamento della Cina, "il mio commento è che il quarto rischio sono le politiche consigliate dal Fondo Monetario" Internazionale. Lo dice il ministro dell'Economia Giovanni Tria, in conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo a Bruxelles. "E' una battuta forte - precisa - non ho questo giudizio così negativo per il Fondo Monetario" Internazionale, ma "dico semplicemente che questo mainstream che prevale nel Fondo Monetario e anche nella Commissione Europea è che le politiche fiscali si attuano quando c'è il segno meno, quando si è in recessione".

"Io credo che questo sia sostanzialmente sbagliato: anche con l'1% di crescita, la tesi è che bisogna accumulare i buffer fiscali, per essere pronti a reagire in caso di crisi. E' la tesi di chi non vede che, in questo modo, per voler accumulare mezzi per reagire al momento della crisi, si crea la crisi", continua Tria. "E' una vecchia storia - prosegue il ministro - che si ripete anche nella politica monetaria, quando il problema che si pone, in questo momento anche da parte della Fed, è 'stiamo attenti, bisogna aumentare i tassi, perché se sono troppo bassi non avremo spazio per reagire quando c'è un rallentamento o una recessione'. Ma, se si fa nel momento sbagliato, si crea il rallentamento o la recessione. Oltretutto, è anche sbagliato dal punto di vista teorico, perché le politiche fiscali hanno dei tempi di applicazione".

"Per cui - continua Tria - quando si fa politica fiscale espansiva nel momento in cui si è già in recessione, con molta probabilità l'effetto si ha quando è finita la recessione, e questa politica diventa prociclica, invece che anticiclica. Quindi, rimango convinto che questo sia un errore di fondo nei suggerimenti di policy". "Ovviamente - sottolinea il ministro - ci sono dei rischi globali, ma non credo assolutamente che l'Italia sia oggi un rischio, né per l'Europa, né a livello globale. A volte ci sono dei temi che si ripetono nel momento in cui il rischio non c'è: lo dicevano quattro mesi fa e continuano a dirlo".

"La nostra finanza pubblica - assicura - non corre alcun pericolo". E chiarisce che parlare ora di una "manovra correttiva" per l'Italia è "completamente sbagliato". "I nostri impegni con la Commissione Europea - spiega Tria - riguardano il deficit strutturale, che come tale non è soggetto a variazioni dal punto di vista della congiuntura che cambia. Quando si fanno calcoli sommari di manovre correttive, c'è un errore basilare di impostazione: le manovre correttive si fanno se le entrate e le uscite da noi stimate dovessero cambiare, ma non perché cambia la congiuntura, perché c'è un approfondimento del rallentamento. In questo caso, muterebbe l'output gap e quindi la Commissione dà più spazio, come è successo, passando dalla previsione dell'1,5% all'1%". Quindi, continua Tria, "parlare di manovra correttiva in questo momento è completamente sbagliato. Ovviamente noi monitoriamo come va la finanza pubblica, perché ci sono degli strumenti previsti, anche nella legge di bilancio, per impedire che gli obiettivi vengano non raggiunti, ma il rallentamento dell'economia maggiore del previsto non comporta di per sé alcuna manovra correttiva. Anche perché la Commissione, se la crescita è minore, non chiede manovre così fortemente procicliche", conclude.

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