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Eni, Descalzi: "Con accordo Adnoc più forti nel mondo"

04 febbraio 2019 | 09.50
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L'ad di Eni, Claudio Descalzi (FOTOGRAMMA)
L'ad di Eni, Claudio Descalzi (FOTOGRAMMA)

L’accordo appena raggiunto ad Abu Dhabi per l’acquisizione del 20% di Adnoc Refining, del valore di 3,3 miliardi, rafforza la presenza di Eni nel Golfo, "un mercato che per 70 anni è stato esclusiva di Usa, Gran Bretagna e Francia". Lo dice Claudio Descalzi, amministratore delegato del gruppo, in un'intervista ad 'Affari e Finanza'.

"Non mi sento un nuovo Mattei, sono solo un lavoratore dell’Eni. Ho fatto il dipendente, il quadro, il dirigente e ora sono l’ad. Ho la fortuna di avere una squadra eccezionale. Senza questa non avremmo fatto tutti i contratti degli ultimi mesi" aggiunge Descalzi, che riguardo l'accordo spiega: è importante "per una serie di motivi. Primo, è un riconoscimento alla nostra eccellenza tecnologica ed alla capacità di passare in tempi brevi dalla ricerca alla tecnologia, all’implementazione di quest’ultima e infine alla sua trasformazione in un business equilibrato e stabile: meno tempi morti e più redditività. Secondo - continua - entriamo come detto in un’area che prima era dominio di società di altri Paesi e in cui non siamo mai stati presenti. Terzo, mettiamo una base solida in un’area meno sensibile politicamente e paragonabile alle aree Ocse. Stabilità geopolitica e contrattuale, partner evoluti e competenti", aggiunge l'ad di Eni.

TRIVELLE - "Sulle trivelle, e in generale, penso che la crescita debba essere fatta minimizzando rischi ed emissioni. Bisogna avere regole, essere rigorosi e trasparenti, facendo partecipare istituzioni e comunità" aggiunge l'ad Eni. "E' giusto che ci sia un dibattito, si aprano le porte come abbiamo fatto in Val D'Agri e a Ravenna. Poi le soluzioni si trovano. Tenendo presente che il settore energetico impiega centinaia di migliaia di persone e produce eccellenze tecnologiche. Negli ultimi 10 anni, comunque, Eni in Italia ha perforato solo tre pozzi esplorativi, tra l'altro tutti e tre onshore", ricorda ancora Descalzi.

Inoltre, aggiunge in merito all'incidente dello scorso ottobre in Val D'Agri, "ci siamo tempestivamente attivati per mettere in atto i migliori interventi di messa in sicurezza per contenere la fuoriuscita di idrocarburi, e le analisi hanno confermato che non c'è stata contaminazione dei bacini idrici".

QUOTA 100 - "Il governo ci ha chiesto lo stato dei nostri investimenti e abbiamo spiegato che abbiamo in programma spese per 22 miliardi nel quadriennio. Con la riforma dell’età pensionabile potremmo avere la necessità di assumere molte persone, da formare in Italia e distribuire anche nei 70 Paesi dove operiamo" dice Claudio Descalzi.

REGENI - "Mi addolora molto il fatto che non ci sia chiarezza su quello che è successo" prosegue l'ad di Eni, in riferimento alle indagini sulla morte di Giulio Regeni. "Ci sono i profitti, le società, gli affari ma sopra a tutto ci sono i valori e il rispetto delle vite umane. Le priorità sono queste. Non accetto che il posizionamento all’interno di un Paese non tenga conto di questo".

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