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Innovazione e competenze le priorità dei manager

08 febbraio 2019 | 18.04
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(Fotolia) - vege - Fotolia
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L'Osservatorio di 4.Manager ha condotto un instant poll con i partecipanti alla due giorni Connext 2019 di Confindustria, intervistando 51 imprenditori e 122 manager, per un totale di 173 interviste. Obiettivo della ricerca è stato quello di individuare le priorità per la crescita delle imprese, così come indicate dai principali driver di sviluppo delle aziende, imprenditori e manager, e di individuare i fattori per lo sviluppo di una nuova cultura della managerialità nelle aziende. I fattori indicati come prioritari per lo sviluppo sono: innovazione (82% dei casi), competenze manageriali (80%), gestione e formazione delle risorse umane (78%), internazionalizzazione (61%) e accesso ai capitali (57%) e transizione verso industria 4.0 (57%).

Ed è proprio dall’importanza dell’innovazione che emerge l’indicazione di quella che viene considerata la figura manageriale della quale ci sarà più bisogno nei prossimi anni. E’ infatti elevatissima la percentuale di indicazioni positive sulla figura dell'innovation manager, il 97% complessivo degli intervistati ne sottolinea infatti l'utilità: unanimi i manager (98%) e pressoché sulla stessa linea gli Imprenditori (94%).

Per oltre la metà degli intervistati le imprese devono dotarsi di maggiori risorse manageriali, il 57% di essi ritiene infatti che le imprese abbiano bisogno di essere potenziate sul piano della managerialità. Alla domanda su quale sia contributo specifico che i manager possono dare allo sviluppo delle imprese nel Paese, gli intervistati hanno, nuovamente, posto l’accento sulla spinta all’innovazione (68%). A seguire, creazione di una nuova cultura d’impresa (62%), incremento dell’efficienza (62%), internazionalizzazione (61%), sviluppo delle competenze (61%) e aumento della competitività (56%).

I fattori che secondo gli intervistati devono guidare la crescita delle figure manageriali nelle imprese confermano l’importanza delle competenze tecniche ma pongono sempre più accento sulle cosiddette soft skills, in particolare leadership, mentalità e problem solving. Grande interesse nei confronti di nuove formule contrattuali quali il temporary management e il fractional management, la prima che vede il manager impiegato con l’impresa su un progetto specifico e la seconda impegnato contemporaneamente con più imprese su obiettivi specifici.

Anche in questo caso emerge una visione omogenea tra gli intervistati che complessivamente indicano queste figure funzionali alla crescita, in particolare 67% il temporary manager e 70% il fractional manager.

Secondo gli intervistati, la strada che porta alla tanto auspicata maggiore managerializzazione delle aziende italiane è ostacolata da alcune difficoltà: mentalità, dimensioni e natura familiare dell’impresa, elementi culturali, in particolare legati alle esigenze di sviluppo sui mercati internazionali. Che le imprese italiane abbiano bisogno di un arricchimento delle competenze per favorirne una proiezione sui mercati internazionali è infatti dimostrato dall’altissima percentuale di consensi registrati nei confronti dell'export manager, figura chiave per il 92% complessivo degli intervistati (94% degli imprenditori e il 90% dei manager).

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