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Bankitalia, Gros-Pietro: "Istituzione indipendente"

10 febbraio 2019 | 16.18
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Immagine di repertorio (Fotogramma9
Immagine di repertorio (Fotogramma9

di Luca Crecchi

''Bankitalia? Un'istituzione indipendente che nel nostro Paese è sempre stata rispettata''. Non entra nella polemica sull'azzeramento dei vertici chiesto da Lega e M5s, ma Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Banca Intesa, non ha dubbi su quale sia per il Paese il vero tema da affrontare e respinge al mittente le critiche di chi dipinge un mondo bancario capace solo di truffare o di volere il male di imprese e famiglie.

''Al Paese -dice in una intervista all'Adnkronos- serve una visione globale, perché oggi siamo in una situazione in cui i problemi hanno delle soluzioni e delle traiettorie di soluzione che si muovono a livello globale. Se l'Europa agisce come un unico interlocutore allora è il più grande e il più ricco mercato del mondo, ma solo se come nazioni andiamo avanti tutti insieme. Se invece ci dividiamo e ci isoliamo, anche la Germania, il paese più forte dell'Europa, diventa terribilmente debole nei confronti di attori come la Cina o gli Stati uniti''. Ecco perché non ha senso invocare interessi nazionali, strillare contro i nostri partner o prendersela random contro qualcuno ogni giorno. Un atteggiamento che ''non è un fenomeno solo italiano, ci sono altri paesi dell'Unione europea che portano avanti con molta determinazione gli interessi nazionali. Ma questi interessi, a livello mondiale non hanno possibilità di farsi valere; per essere forti è necessario trovare delle convergenze a livello europeo''.

E quindi spetta all'Italia decidere se stare in Europa o fuori dall'Europa, se recitare un ruolo di primo piano o no. ''Tocca a noi -sottolinea- essere credibili. Io ritengo che nessuno possa chiedere all'Italia sacrifici inutili o esagerati. Dobbiamo ricordarci che siamo un Paese fondatore dell'Unione europea, abbiamo lavoratori di grandissima capacità, stimati in tutti il mondo e non a caso siamo la seconda potenza manifatturiera d'Europa''. Per questo è importante che vi sia ''la consapevolezza nel nostro Paese che siamo in un'Unione e che tutti i partner dell'Unione hanno i loro problemi e o i loro obiettivi. Si deve raggiungere una linea a vantaggio di tutti''.

Si può prendere come esempio le regole sulle banche e vedere se vi siano asimmetrie, vantaggi o svantaggi per un paese o per l'altro. ''Il sistema unico di monitoraggio si sta adoperando anche per valutare possibili rischi di questi tipo. E quindi è importante interagire con le autorità europee, portando anche dei contributi critici, ma molto ben motivati sul piano tecnico''.

E secondo il presidente di Intesa non è utile prendersela con le banche che, al di là dei casi di mala gestione, rappresentano un volano importate per il Paese. ''Se guardiamo ad esempio alla sola Banca Intesa -dice- in questi anni abbiamo aiutato tantissimo le imprese a uscire da una situazione di non performing e sono 20mila nell'ultimo anno, riportando in bonis 100mila posti di lavoro''.

Non si può neppure dimenticare che ''in una situazione di crisi le banche italiane hanno fatto il possibile e sono riuscite a intervenire anche perché non investono in speculazioni finanziarie, ma quasi esclusivamente finanziando imprese e famiglie. Certo quando c'è una crisi economica così profonda come quella del 2008 i prenditori, come vengono chiamati coloro che prendono i soldi, vanno in difficoltà e le banche a loro volta seguono a ruota, ma insomma credo che si possa dire che il mondo bancario italiano e Intesa in particolare, abbia sempre abbondantemente creduto nell'economia reale aiutando imprese, famiglie e quindi il Paese''.

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