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Paletti a reddito e stop al nero, gli emendamenti M5S

12 febbraio 2019 | 15.40
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Paletti a reddito e stop al nero, gli emendamenti M5S

Maxi sanzione per chi utilizza lavoratori in nero che percepiscono il reddito di cittadinanza. E' quanto prevede uno degli emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle al decreto legge Rdc in commissione Lavoro al Senato. La normativa attuale prevede un incremento, rispetto alle multe 'normali', del 20% in caso di impiego di lavoratori stranieri irregolari o di minori in età non lavorativa. La proposta aggiunge a tali categorie i lavoratori beneficiari del reddito di cittadinanza.
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che percepiscono il reddito: questo il contenuto di un altro emendamento 5S. La proposta di modifica, si spiega, ''mira ad estendere ai beneficiari del Rdc le agevolazioni relative al servizio idrico già riconosciute agli utenti domestici del servizio idrico integrato in condizioni economico sociali disagiate''.

I condannati per reati che vanno dal terrorismo alle truffe, recita invece un altro emendamento presentato in commissione dai Cinquestelle, non avranno diritto al reddito di cittadinanza. Non avrebbero diritto al reddito i condannati per i delitti contro l'ordine pubblico e per i delitti di associazione con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell'ordine democratico; attentato per finalità terroristiche o di eversione; sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione; associazioni di tipo mafioso anche straniere, scambio elettorale politico-mafioso; strage e truffa ai danni dello Stato nonché per i delitti commessi avvalendosi del metodo mafioso o al fine di agevolare l'attività delle associazioni mafiose. In una nota che accompagna la proposta si ricorda che si tratta degli stessi reati per i quali si prevede attualmente la decadenza da indennità di disoccupazione, assegno sociale, pensione sociale e pensione per gli invalidi civili.

E ancora: i Caf che, per colpa o dolo, rilasciano il visto di conformità o l'asseverazione infedele rischiano una multa tra 250 euro 2.500 euro. La proposta stabilisce, inoltre, che l'autorizzazione all'esercizio dell'attività di assistenza fiscale è sospesa, per un periodo da tre a dodici mesi, quando ''sono commesse gravi e ripetute violazioni di norme tributarie o contributive'' nonché quando gli ''elementi forniti all'amministrazione finanziaria risultano falsi o incompleti rispetto alla documentazione fornita dal contribuente. In caso di ripetute violazioni, ovvero di violazioni particolarmente gravi, è disposta la revoca dell'esercizio''.

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