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Imprese, -5,8% fallimenti nei primi 9 mesi 2018

13 febbraio 2019 | 17.49
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(Foto Uff. St. UNifortunato)
(Foto Uff. St. UNifortunato)

In lieve calo il numero di imprese che falliscono nel nostro Paese anche se i segnali non mostrano una reale uscita dalla crisi economica. Stando ai nuovi dati Cribis, nei primi 9 mesi del 2018 in Italia sono fallite ben 8.158 imprese contro le 8.656 dello stesso periodo dell’anno precedente, con una diminuzione di fallimenti anno su anno pari al 5,8% a livello nazionale. Stando ai dati a livello territoriale diffusi oggi nel corso di un brainstorming all’Università telematica Giustino Fortunato, le regioni con il maggior numero di fallimenti sono la Lombardia (1.844), il Lazio (1.078) e la Toscana (666), con la Campania al quarto posto con 662 casi di fallimento.

"Questi dati indicano che non siamo ancora fuori dalla crisi, anche se ci sono dei segnali positivi" è lo statement emerso dagli esperti presenti all'incontro "I profili deontologici del professionista secondo le varie competenze" promosso dall'università sannita in cui si è rimarcato come "la figura cruciale per identificare i segnali di crisi è il professionista". Ed è proprio a questa figura professionale che è stato dedicato il convegno propedeutico al corso di alta formazione in "Diritto delle crisi di impresa", organizzato dall’Ateneo telematico, con il patrocinio dalla Scuola Superiore dell’Avvocatura.

I dati sui fallimenti delle imprese italiane mettono in evidenza "l’importanza di identificare precocemente le spie dello stato di difficoltà delle aziende, così come prevede il nuovo Codice della Crisi d’impresa, che entrerà in vigore il prossimo anno in sostituzione della Legge Fallimentare". La riforma, ha osservato Stefania Pacchi, responsabile del corso di alta formazione e Ordinario di diritto commerciale presso l’Università di Siena, "rappresenta anche un’opportunità di lavoro per i professionisti quali avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro".

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