Syngenta ha chiuso il 2018 con "prestazioni solide e cash flow da record" con una crescita di volume e "considerevoli miglioramenti di produttività". I risultati vedono vendite salite del 7% annuo a 13,5 miliardi di dollari, una crescita che divente del 9% "considerando le dismissioni del business barbabietola da zucchero e le cessioni antitrust imposte in Crop Protection". In quest'ultimo settore le vendite hanno registrato un aumento del 7%, che arriva all’8% se si escludono le cessioni.
Gli incrementi di produttività - sottolinea l'azienda in una nota - "hanno compensato gli aumenti delle materie prime e del prezzo del petrolio". Il margine EBITDA si attesta a 2,6 miliardi di dollari: in linea rispetto al 2017 rettificato per il contenzioso statunitense, aumentato del 4 per cento escludendo le cessioni. Il free cash flow prima delle acquisizioni, degli impegni economici derivanti dall’acquisizione da parte di ChemChina e degli accordi per le controversie negli Stati Uniti si è attestato a 1,76 miliardi di dollari.
Commentando i risultati il Ceo Erik Fyrwald, ha sottolineato come "la società ha registrato una solida crescita delle vendite pari al 9% rispetto al 2017, in un anno impegnativo in cui condizioni climatiche avverse, difficoltà valutarie e di fornitura hanno comportato notevoli difficoltà operative". Per Fyrwald "è un buon risultato mantenere la redditività e registrare un free cash flow di 1,76 miliardi di dollari. La nostra forte attenzione ai clienti, la maggiore innovazione e il costante impegno per il miglioramento della produttività hanno consentito una crescita a ogni livello solida e di qualità".