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Top Utility, investimenti volano a +25%

21 febbraio 2019 | 17.38
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(Fotolia) - adam121 - Fotolia
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Crescono gli investimenti delle maggiori utility italiane (+25,6% nel 2017 rispetto all’anno precedente), ma aumenta anche l’attenzione alla sostenibilità, ritenuta sempre più strategica nella creazione di valore, al pari della ricerca e dell’innovazione. Sono alcune delle indicazioni principali della settima edizione del rapporto Top Utility Analysis presentato oggi, che analizza dati economici, attività e servizi erogati dalle maggiori 100 utility pubbliche e private italiane attive nei settori gas, luce, acqua e rifiuti.

"L'analisi evidenzia la centralità del settore dei servizi di pubblica utilità per l’intero sistema Paese - commenta Alessandro Marangoni, ceo di Althesys e coordinatore del gruppo di ricerca Top Utility - L’enorme sforzo prodotto dalle imprese sul fronte dell’efficienza e delle tecnologie per migliorare infrastrutture, impianti e reti, evidenziato dal dato sugli investimenti, specie quello del settore idrico, testimonia l’evidente volontà delle imprese di scommettere sul futuro, oggi messo in discussione dalla proposta di legge sull’acqua, che potrebbe cancellare investimenti ed eccellenze".

Nella Top Utility Analysis è soprattutto la voce degli investimenti in impianti, reti ed attrezzature quella che nel 2017 è cresciuta maggiormente, salendo a 5,7 miliardi di euro contro i 4,5 miliardi del 2016. È un balzo, a perimetro omogeneo, del 25,6% rispetto all’anno precedente. Tale valore rappresenta l’1,9% degli investimenti fissi lordi in Italia nel 2017 e lo 0,3% del Pil nazionale.

A investire sono in netta prevalenza le aziende elettriche

A investire sono in netta prevalenza le aziende elettriche: circa 2,6 miliardi di euro, pari al 45,8% del totale (+32% sul 2016), mentre le multiutility hanno sfiorato i 2 miliardi (+20,9% sul 2016). Da segnalare i 916 milioni di euro di investimenti delle imprese del sistema idrico (+21,1% sul 2016), che testimoniano gli sforzi in atto per migliorare la qualità delle reti.

L’investimento medio per abitante è di 37,1 euro, il 40% in più del valore dell’anno precedente (26,2 euro). Per le sole multiutility attive nel servizio idrico questo dato aumenta ulteriormente, toccando i 47,6 euro per abitante. Gli investimenti pro capite nel waste management ammontano, invece, a 9,4 euro/abitante per le monoutility, di fronte ai 19,4 delle multiutility attive nel medesimo settore.

Sostenibilità sempre più al centro delle attività delle top utility italiane. Nel 2017 sono state 51 le aziende che hanno redatto il rapporto di sostenibilità, 14 in più rispetto all’anno precedente e 17 rispetto al 2015. Solo 31 erano però tra quelle tenute a farlo, mentre per le altre 20 è stata una libera scelta. Anche le certificazioni crescono, sia per quanto riguarda quelle di prodotto, sia per quelle ambientali, di efficienza energetica e di sicurezza sul lavoro.

Innovazione e ricerca fattori sempre più strategici

Dall'analisi si evince anche, però, che prosegue il calo dell’indice medio di soddisfazione dei clienti, sceso a 80,4 dall’ 81,8 della sesta edizione del report, un fenomeno già mostrato anche l’anno passato. Alcuni indicatori segnano un peggioramento, come i tempi medi di rettifica della fatturazione (che sono saliti a 33,1 giorni dai 19,2 precedenti) e la qualità del servizio call center. Altri indici, come i tempi di risposta ai reclami o di attesa agli sportelli, si mantengono in linea con gli anni scorsi. Scendono, invece, i reclami dei clienti, la cui incidenza passa da 1,2% a 0,7%.

Innovazione e ricerca stanno diventando, come per tutte le imprese, fattori sempre più strategici nei piani industriali delle utility. La tendenza, soprattutto da parte delle aziende più grandi, è lo sviluppo di approcci cooperativi e di open innovation attraverso collaborazioni con startup innovative.

Prosegue, poi, l’impegno sul fronte della digitalizzazione. Le imprese paiono ormai coscienti della rivoluzione apportata da IoT, Big Data Analytics, smart technologies; il 74,4% delle aziende possiede sistemi già operativi o in fase di realizzazione per la raccolta e gestione dei dati di impianti, infrastrutture e forza lavoro mediante strumenti Ict, mentre il 32,6% ha dichiarato di avere dei progetti in fase di studio.

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