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Tav, Ance: "Decisione è solo politica"

22 febbraio 2019 | 16.50
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Il presidente Buia: "Scorretto rimbalzo di notizie, si faccia subito chiarezza"

(Fotogramma)
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Il via libera o lo stop alla Tav "è solo una decisione politica", è "solo una volontà politica". E' il presidente dell'Ance, Gabriele Buia, ad evidenziarlo parlando con l'Adnkronos. "Non nascondiamoci dietro questo balletto di perizie" incalza. "La politica si esprima" perché "è la politica che si esprime" sulla realizzazione dell'opera "non le analisi tecniche" aggiunge Buia. "Né - chiarisce il numero uno dell'associazione dei costruttori edili - la mia è una posizione politica". "La mia - tiene a sottolineare - è la posizione da operatore" che vuole conoscere "cosa la politica vuole fare su un'arteria come questa che ha già visto 20 passaggi al Cipe, 3-4 accordi internazionali e che ci collega con l'Europa". "Ma qualcuno se lo chiede perché le merci passano da Amburgo?" scandisce inoltre Buia, evidenziando che "questo rimbalzo di notizie" sulla Tav "non fa chiarezza" sul destino dell'infrastruttura" e "non è corretto che l'Italia, i cittadini, gli osservatori internazionali non sappiano se si farà o no". "Si faccia subito chiarezza", insiste Buia.

Il 15 marzo ci sarà lo sciopero dei sindacati della categoria delle costruzioni "e loro prenderanno le loro posizioni così come noi le nostre, ma poi ci sarà un grande movimento di filiera, che comprende tutti, per il rilancio delle infrastrutture in Italia". "Non c'è solo la Tav, c'è un problema complessivo di rilancio delle infrastrutture in Italia" argomenta Buia. Per questo, "dopo la manifestazione" indetta a marzo dai sindacati delle costruzioni "ci sarà un grande movimento", perché "è nato un grande movimento" che coagula "tutta la filiera" delle costruzioni, che vuole "far rinascere le infrastrutture in Italia" anticipa il presidente dell'Ance. Secondo Buia in Italia "c'è una basilare necessità di nuove infrastrutture" e di "manutenzione" delle vecchie "che se ne stanno cadendo a pezzi". La Tav, commenta, "è arrivata adesso" in prima linea "ma sono tante le opere e le infrastrutture da fare".

Il problema è che nel nostro Paese le infrastrutture "sono impedite dalla burocrazia" ed "è questo che frena lo sviluppo dell'Italia". Il presidente dell'Ance rileva che sono "tante le opere pubbliche e le infrastrutture che sono bloccate sia a livello nazionale, che regionale o comunale". Buia rimarca che "con i nostri conti pubblici, dovremmo reagire immediatamente" a livello di sistema Paese" ma oggi è "la struttura pubblica che blocca le opere infrastrutturali: a partire dal presidente del Consiglio e fino all'ultimo dei Comuni". Il numero uno dell'Ance ritiene che "il codice degli appalti" sia solo un anello di una lunga catena decisionale e "se non si sbloccano le decisioni si blocca il Paese". "E' il sistema tutto che deve cambiare" sottolinea secco il presidente dei costruttori edili.

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