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Italia in lite su Tav, Svizzera punta una fiche da 10 mld

08 marzo 2019 | 14.33
LETTURA: 5 minuti

Federazione pronta a intercettare traffico da Francia e da Paesi Est

(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

Una fiche da oltre 10 miliardi di euro per rafforzare e velocizzare la linea traffico merci da est a ovest, cioè da Ginevra fino a Winterthur e un piano per creare una rete completamente sotterranea e automatizzzata sempre per il trasporto merci che affiancherà quella di superfice. Così la Svizzera, forte anche dei dati forniti dall’Osservatorio sui traffici transalpini al quale partecipa anche la società Trt di Marco Ponti che ha curato lo studio costi benefici sulla Tav Lione-Torino, si prepara a ricevere il traffico merci proveniente dalla Francia e dai paesi dell'Est se l'Italia dirà no alla Tav e a creare sul proprio territorio una fitta rete logistica, con base a Olten capace di incrociare i traffici del corridoio europeo Nord Sud con quello europeo Est Ovest.

L'ufficio federale dei trasporti svizzero non entra nel merito della questione italiana, ma conferma all'Adnkronos che per la prossima fase di ampliamento dell'infrastruttura fino al 2035, il Governo propone circa 200 interventi per un totale di 11,9 miliardi di franchi svizzeri. ''L'obiettivo di questi interventi -spiega- è potenziare le capacità dell'infrastruttura esistente. Verrà ampliata la rete per il traffico merci rapido nazionale; in particolare sull'asse est-ovest. Parallelamente, verranno ampliati gli impianti per il traffico merci''.

Sull’asse est-ovest gli ampliamenti si concentreranno nell’Arco lemanico, a Berna e a Zurigo e concerneranno in particolare i tratti Ginevra–Losanna–Yverdon–Bienne e Soletta–Olten–Zurigo–Winterthur. In pratica si creerebbe un corridoio alternativo che da Lione-Ginevra bypassando l'Italia raggiungerebbe Monaco e poi Vienna per innestarsi sull’altro corridoio europeo quello che porta a Budapest sfruttando treni merci in grado di viaggiare fino a 120 chilometri orari, senza stop tra partenza e arrivo.

Una situazione che lascerebbe l’Italia fuori dalle rotte europee e con l’interporto di Verona che perderebbe il passaggio di 25mila treni aggiuntivi come denuncia il presidente del consorzio Quadrante Europa Matteo Gasparato. A Olten dove ha sede la Cargo International il cui capitale sociale è detenuto dai due principali operatori svizzeri di logistica: FFS Cargo SA (75%) e Hupac SA (25%), si guarda anche con interesse al progetto privato appena decollato che punta a trasportare le merci con una rete sotterranea completamente automatizzata a 50 metri sottoterrà che da Ginevra arriverà a San Gallo.

I due sistemi posizionati sempre sull'asse est ovest potrebbero integrarsi creando un'offerta merci senza pari e in grado di proiettare la Svizzera al centro dell'Europa pronta a cogliere il business del traffico merci ferroviario che i maggiori centri di ricerca danno in aumento. La Svizzera stima che con il nuovo sistema di treni express su alcuni tratti si potrà offrire fino al 40% di capacità in più e risparmi di tempi di 75 minuti tra Ginevra e la Svizzera orientale.

Daltronde è lo stesso Enrico Pastori, della società Trt che nelle slide di presentazione degli ultimi dati dell’osservatorio sui traffici transpalpini fa capire dove stiano andando i flussi di traffico che ruotano attorno agli archi alpini: ''Nel 2016 -ha spiegato- il complesso del trasporto ha raggiunto un nuovo massimo storico a 209,4 milioni di tonnellate. Di queste 70,4 sono state trasportate su ferro, nuovo record storico. I volumi trasportati via strada, pur prevalenti in valore assoluto, sono invece ancora leggermente inferiori ai massimi storici del 2007’’.

Ma il dato che fa riflettere è che a fronte di un trasporto stradale che non supera i livelli della crisi, ‘’il trasporto stradale tra 2015 e 2016 è aumentato in Francia e Austria’’. Cioè quei paesi che a sinistra e destra di Svizzera e Italia per mancanza di offerta o convenienza e per l'aumento dei traffici vedono ancora forte il passaggio su gomma.

Certo i dati si possono interpretare in molti modi, ma Pastori ritiene che ‘’L’osservatorio è uno strumento 'unico' che mette assieme dati e informazioni di fonti varie e restituisce una visione completa e coerente dei transiti transalpini’’ e il maggior interessato dovrebbe essere ‘’L’ Italia, i cui scambi internazionali dipendono in larga misura dalle relazioni con i partner europei’’.

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