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Rivoluzione astronomia, Bussetti firma convenzione Osservatorio SKA

12 marzo 2019 | 14.08
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Rappresentazione artistica dello Square Kilometre Array (Foto ufficio stampa  INAF_MIUR)
Rappresentazione artistica dello Square Kilometre Array (Foto ufficio stampa INAF_MIUR)

(di Andreana d'Aquino)- Ha il vero sapore di una rivoluzione per lo studio dell'Universo ma è anche un passo strategico per il sistema di ricerca italiano nel campo dell'astronomia e per le industrie nazionali che lo supportano. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha firmato oggi al Miur la convenzione che scandisce la nascita di SKAO, l'Osservatorio dello Square Kilometre Array, portando ufficialmente l'Italia all'interno dell'organizzazione di diritto internazionale e intergovernativa che dovrà gestire e supervisionare la costruzione di SKA.

SKA verrà costruito a partire dal 2020 ed a regime sarà il più grande radiotelescopio al mondo, un network di migliaia di antenne schierate tra il Sud Africa e l'Australia Occidentale. Con la convenzione sottoscritta oggi da Bussetti, l'Italia entra dunque ufficialmente nel 'club' dei primi sei Paesi membri del progetto: Australia, Cina, Paesi Bassi, Portogallo, Sudafrica e Regno Unito, tutti rappresentati da alti esponenti questa mattina nel Salone dei Ministri, al Miur.

"Siamo particolarmente orgogliosi di firmare oggi, proprio qui al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Trattato per la costituzione dello SKA Observatory. Una firma che giunge dopo lunghi negoziati, nei quali il nostro Paese ha avuto un ruolo da protagonista" ha detto il ministro Marco Bussetti. "Siamo alle porte del futuro ed il progetto Ska è l’icona del ruolo sempre più strategico che la ricerca scientifica ha assunto nella società contemporanea" ha sottolineato il titolare del Miur convinto che la ricerca scientifica sia "motore di innovazione e crescita" e che "il sapere" si traduca "in benessere individuale e collettivo, sia sociale che economico".

Con la firma della Convenzione "il nostro Paese si conferma protagonista nel campo della ricerca astrofisica" ha sottolineato il presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Nichi D’Amico, parlando al Miur. "È un onore per l'INAF rappresentare l'Italia nel progetto SKA" ha aggiunto D'Amico rilevando così il ruolo dell'istituto che è attore di rilievo in ben 5 dei 12 asset tecnologici principali del progetto SKA con significative ricadute per il tessuto industriale più all’avanguardia del Paese. L'INAF, ha spiegato D'Amico, "è uno dei pochi istituti al mondo che possiede, al proprio interno, le risorse intellettuali e strumentali per osservare l’Universo a tutte le lunghezze d’onda, da terra e dallo spazio, coprendo l’intero spettro elettromagnetico". "La comunità scientifica italiana -ha concluso il presidente dell'Inaf- avrà, grazie al progetto SKA, uno strumento formidabile per spingersi ancora più lontano nello studio del cosmo".

E SKA rappresenta davvero una rivoluzione fra le infrastrutture scientifiche dell'astronomia e dell'astrofisica. Dal punto di vista scientifico, SKA consentirà infatti di studiare l'Universo dalla Terra, per comprendere l'origine del cosmo e della vita, come mai prima d'ora. Il network di telescopi promette di rispondere a domande sull'origine dell'Universo, l'origine della vita, sulle Onde Gravitazionali, sull'evoluzione delle galassie. Ska produrrà una mole di dati impensabile fino ad oggi, tanto che, per ascoltare su un iPod i dati raccolti dal super telescopio in un singolo giorno ci vorrebbero due milioni di anni. SKA sarà così sofisticato da poter rilevare un ipotetico aeroporto su un pianeta e decine di anni luce da noi.


SKA rappresenta anche un passo strategico per l'industria del nostro Paese. Con un valore di contratti di circa 700 milioni di euro, nel progetto Ska lavora la Società Aerospaziale Mediterranea (SAM) che ha progettato e prodotto un componente elettromeccanico. La SAM, inoltre, è uno dei membri del Consorzio DISH, che si occupa di tutte le attività di design e verification della struttura delle antenne a riflettore, delle ottiche, dei ricevitori e di tutti i sistemi di supporto sia per SKA-Mid che per SKA-Survey. Nello stesso consorzio è coinvolto anche l’European Industrial Engineering (Eie) Group, un'eccellenza nel panorama industriale italiano che opera da più di 25 anni nei settori dell'astronomia, dell'astrofisica e della Big Science. L'azienda è nei pacchetti di lavoro del Dish management and Dish structure design, Local Monitor and Control. Inoltre circa 20 tra piccole e medie imprese del nostro Paese sono al lavoro nel maxi progetto SKA. Tantissime realtà industriali italiane insomma hanno collaborato fornendo supporto alla produzione per i diversi gruppi di lavoro Inaf.

Sul fronte internazionale, al progetto Ska contribuiscono al momento già circa 1.000 tra scienziati e ingegneri di 20 Paesi del mondo. All’evento al Miur hanno preso parte anche rappresentanti di India, Svezia e Nuova Zelanda, Paesi che hanno partecipato attivamente a tutte le fasi negoziali, oltre che di Canada, Francia, Corea del Sud, Malta, Spagna, Stati Uniti e Svizzera, nazioni interessate al progetto e impegnate a tracciare il percorso per una futura partecipazione allo SKA Observatory. La firma di oggi arriva al termine di circa quattro anni di negoziati e accordi e dà il via al processo legislativo nei Paesi firmatari per l'entrata in vigore dello SKA Observatory. I quattro cicli di negoziati internazionali sono stati realizzati tutti a Roma e guidati dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano. Il Trattato internazionale firmato oggi da Bussetti istituisce di fatto SKAO che rappresenta la seconda organizzazione intergovernativa dedicata all'astronomia nel mondo, dopo l'European Southern Observatory (ESO).

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