Una vera e propria "trappola". E' quello che rischia di diventare il sistema di protezione allo stallo del 737 Max 8 in caso di malfunzionamento e, per questo, non è comprensibile come la Faa - la Federal Aviaton Authority Usa - abbia potuto certificarlo: sono gli interrogativi e le perplessità che, a oltre 48 dalla tragedia del volo ET302 precipitato poco dopo il decollo, stanno sempre più prendendo corpo e stanno circolando, a quanto s'apprende, nelle liste e chat della comunità internazionale dei piloti, e non solo quelli di Ethiopian Airlines, impiegati sul B737 Max 8 .
Sono forti i dubbi della categoria sull'affidabilità del sistema di protezione del velivolo dallo stallo, in caso di un suo eventuale malfunzionamento e avaria: questo potrebbe avere un comportamento potenzialmente insidioso durante un anomalo intervento alle basse quote e con l'aereo non in stallo, comandando autonomamente la superficie dello stabilizzatore a picchiare. Un'eventualità, sostengono i piloti, che avrebbe dovuto mettere maggiormente sull'avviso la Faa durante il rilascio della certificazione. Una dinamica, argomentano, analoga a quanto è avvenuto nell'ottobre scorso quando un 737 Max 8 della Lion Air è precipitato in mare. Nessun dubbio, quindi, sulla necessità di lasciare a terra questa tipologia di aeromobili in attesa che venga trovata una soluzione al problema.