Avvio di settimana in positivo per il listino di Piazza Affari dopo che Moody’s, venerdì scorso, ha confermato il merito di credito sul nostro Paese a “Baa3” con outlook stabile. In scia l’andamento dello spread, sceso a 234 punti base, oltre 3 punti percentuali in meno rispetto al dato precedente e livello minore da sei mesi. Più impegnativo sarà il prossimo verdetto in calendario, quello con Standard & Poor’s, che valuta il Belpaese “BBB” con prospettive negative (appuntamento al 26 aprile).
Sul listino milanese, dove il Ftse Mib ha segnato un +0,9% a 21.234,61 punti, spicca il balzo del Banco BPM, salito oggi del 4,68%. Denaro anche sugli altri titoli del comparto come Intesa Sanpaolo (+1,55%), Mediobanca (+2,14%) e UniCredit (+2,77%). Oltre alle buone notizie arrivate venerdì, il settore ha capitalizzato la conferma delle trattative tra le tedesche Deutsche Bank e Commerzbank in vista di un'eventuale fusione.
Giornata all’insegna degli acquisti anche per Hera (+4,7%), entrata nel listino principale al posto di Brembo (-1,73%). Incremento di mezzo e di un punto percentuale per l’accoppiata Enel-Eni (+0,51% e +1% tondo), +2,73% di Leonardo e +2,04% di Telecom Italia.
Parità per Mediaset (+0,07%), il cui futuro, secondo l’Ad Pier Silvio Berlusconi, è all’estero. “Una dimensione ancora più internazionale ci permetterà di aumentare gli investimenti in Italia e in Spagna, dove siamo radicati, dove vogliamo restare contribuendo ad allargare ulteriormente l’industria dei contenuti”, ha detto il manager nel corso di un’intervista concessa al Corriere della Sera. Calo del 2,01% per le azioni Juventus il day-after la prima sconfitta in campionato e in vista della possibile squalifica di Cristiano Ronaldo nella prossima gara di Champions League e -3,08% di Salini Impregilo dopo i conti 2018. Dopo 10 anni, Rcs (+0,69%) tornerà a pagare il dividendo.
Sul mercato valutario l’eurodollaro, a 1,1327, non fa segnare variazioni di rilievo mentre tra le commodity il Brent segna un +0,25% a 67,34 dollari il barile. I maggiori Paesi produttori hanno chiesto di annullare il prossimo vertice, previsto per il 17-18 aprile, a causa, secondo alcune indiscrezioni, del disaccordo Arabia-Russia sulla prosecuzione dei tagli all’output. (in collaborazione con money.it)
