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"Silvio, salvaci": appello giornalisti a Berlusconi

30 marzo 2019 | 10.11
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Accorata lettera della redazione romana de 'Il Giornale' per evitare la chiusura e il trasferimento a Milano

(FOTOGRAMMA/IPA)
(FOTOGRAMMA/IPA)

"Salvi le nostre famiglie", insieme "troviamo una strada" che eviti di tagliare "anni di storia" e crei un danno "politico e di immagine". E' quanto scrivono i giornalisti della redazione romana de 'Il Giornale' in un accorato appello al "caro presidente Silvio Berlusconi", per evitare la chiusura della redazione romana del giornale e il trasferimento a Milano dei giornalisti.

"Il prossimo 30 aprile - si legge nell'appello - la redazione romana del 'Il Giornale' chiude. È la fine di una lunga avventura iniziata nel 1974, la fine di un mondo e di un punto di riferimento ideale e culturale. È una scelta aziendale che ha riflessi pesanti sulle famiglie dei giornalisti: madri o padri divisi dai figli, mogli o mariti costretti a giocarsi a testa o croce chi deve rinunciare al proprio lavoro".

"Ci dicono: è inevitabile. Non ci sono altre strade per far quadrare il bilancio. Il risultato - continua l'appello - è che ci troviamo con le spalle al muro. Ma è davvero questa l’unica strada? E quanto costa invece a livello di immagine, di prospettive future, di strategie aziendali chiudere la redazione cardine di un giornale politico come il nostro?" chiedono i giornalisti. "Forse la chiusura non è l’unica risposta. Forse ci sono altre strade. Forse ci possiamo sedere intorno a un tavolo e trovare nuove soluzioni, come è sempre stato nella storia del 'Giornale'".

"Noi siamo disposti a trattare, a trovare insieme all’azienda un’idea alternativa per il bene di tutti. L’inevitabile non può essere tagliare con un colpo secco - e a sorpresa - anni e anni di storia. Non vogliamo arrenderci al gioco dell’aut aut. Non serve a nessuno. Non è nello spirito di questo quotidiano". E ancora: "È a Lei, Presidente, che ci rivolgiamo: inventi lo spazio per una mediazione. Un’azienda - conclude l'appello - non è fatta solo di numeri. Il suo destino dipende sempre dal capitale umano".

BERLUSCONI - "Ho visto. Ma c'è qualcosa nella legge sul conflitto di interessi che non mi dovrebbe consentire di interessarmi di fatti che riguardano la stampa. Comunque mi interesserò" ha detto Berlusconi, lasciando il Palacongressi alla fine dell'assemblea degli eletti azzurri.

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