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La class action è legge

03 aprile 2019 | 12.56
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Via libera a riforma, entra in Codice procedura civile. Fraccaro: "Mai più diritti calpestati". Le novità

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Via libera alla riforma della class action. Introdotta con un decreto legislativo del 2005, dopo 14 anni viene sottoposta a un restyling che prevede lo spostamento dal codice del consumo, dove si trovava fino a oggi, al codice di procedura civile. Il Senato ha approvato definitivamente il disegno di legge (con 206 voti a favore, un contrario e 44 astenuti), che era approdato in Parlamento (alla Camera) a giugno dello scorso anno.
L'azione di classe diventa così uno strumento di più ampia applicazione e portata, con il nuovo titolo 'Dei procedimenti collettivi'. L'azione sarà sempre esperibile da tutti coloro che avanzino pretese risarcitorie in relazione a lesioni di ''diritti individuali omogenei" (ma non ad "interessi collettivi"). Sarà quindi nella titolarità di ciascun componente della 'classe', nonché delle organizzazioni o associazioni senza scopo di lucro che hanno come scopo la tutela dei suddetti diritti, e che sono iscritte in un elenco tenuto dal ministero della Giustizia. Viene inoltre ampliato l'ambito di applicazione oggettivo dell'azione, che potrà essere chiamato in causa in tutte le situazioni di tutela soggettiva, a fronte di condotte lesive, per l'accertamento della responsabilità e la condanna al risarcimento del danno e alle restituzioni.

I destinatari dell'azione di classe sono: imprese ed enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità, relativamente ad atti e comportamenti posti in essere nello svolgimento delle attività. La domanda si propone con ricorso e al procedimento si applica il rito sommario di cognizione. Non può essere disposto in nessun caso il mutamento del rito. Per garantire idonea pubblicità alla procedura, il ricorso, unitamente al decreto di fissazione dell'udienza, deve essere pubblicato su un apposito portale del ministero della Giustizia. La riforma fissa in 30 giorni il termine entro il quale il tribunale deve decidere sull'ammissibilità dell'azione e la decisione assume la forma dell'ordinanza; anch'essa va pubblicata entro 15 giorni sul citato portale. Il tribunale può sospendere il giudizio quando sui fatti rilevanti ai fini del decidere è in corso un'istruttoria davanti ad un'autorità indipendente ovvero un giudizio davanti al giudice amministrativo.

Quanto all'istruzione della causa, il giudice civile potrà applicare sanzioni amministrative pecuniarie (da 10.000 a 100.000 euro) sia alla parte che rifiuta senza giustificato motivo di esibire le prove, sia alla parte o al terzo che distrugge prove rilevanti ai fini del giudizio; la sanzione è devoluta alla Cassa delle ammende. La sentenza stabilisce la responsabilità, definisce i caratteri dei diritti individuali omogenei che consentono l'inserimento nella classe, individuando la documentazione che dovrà essere prodotta dagli aderenti. Il tribunale, inoltre, provvede in ordine alle domande risarcitorie e restitutorie solo se l'azione è proposta da un soggetto diverso da un'organizzazione o da un'associazione. Con la sentenza, che determina l'importo che ogni aderente deve versare a titolo di fondo spese, vengono inoltre nominati: un giudice delegato, per gestire la procedura di adesione (e decidere sulle liquidazioni), un rappresentante comune degli aderenti (che deve avere i requisiti per la nomina a curatore fallimentare).

''La class action è legge, è una legge molto importante per i cittadini italiani che ogni volta che viene leso un loro diritto possono, se ci sono i presupposti, unirsi e far valere tutti insieme i loro diritti. E' un altro punto del contratto di governo che viene realizzato in pochissimo tempo''. Così in un video su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. ''E una legge che dà la possibilità a tanti cittadini che da soli sarebbero deboli di unirsi e diventare forti, magari se dall'altra parte c'è un soggetto economicamente molto forte'' sottolinea il ministro, ricordando che ''non vale soltanto per il privato cittadino ma anche per le imprese perché questa legge dà la possibilità agli imprenditori di unirsi se un loro diritto è stato leso'', e che ''con la class action non ci saranno più tanti processi ma i cittadini possono unirsi e così tanti processi che occupano tante aule giudiziarie diventeranno uno solo''. ''In 9 mesi la legge è stata incardinata, ci sono state audizioni e il parlamento l'ha esaminata e l'ha votata. Faccio parte di un governo - conclude il guardasigilli- che ha deciso di mettere la giustizia tra le priorità per i cittadini ''.

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