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Allarme Oxfam, calati gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo

11 aprile 2019 | 15.15
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(Foto Tina Hilier/Oxfam) - Tina Hillier/Oxfam
(Foto Tina Hilier/Oxfam) - Tina Hillier/Oxfam

Allarme di Oxfam per il drastico calo degli aiuti internazionali verso i Paesi in via di sviluppo. In un report diffuso oggi, l'Organizzazione riferisce che, stando agli ultimi dati Ocse, la spesa complessiva da parte dei 30 paesi membri nel 2018 sia scesa del 2,7% rispetto al 2017. "Una riduzione che solo in parte si giustifica con il taglio della spesa per l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo e che colpisce i paesi più poveri" scandisce l'organizzazione.

Oxfam parla di "un triste scenario" in cui l’anno scorso i paesi ricchi hanno destinato in media solo lo 0,31% del proprio reddito nazionale lordo agli aiuti allo sviluppo, ossia quanto stanziato già nel 2017, ma ben al di sotto dell’obiettivo dello 0,7% fissato ormai 50 anni fa e raggiunto a oggi solo da Svezia, Norvegia, Regno Unito, Lussemburgo e Danimarca.

Diminuisce pericolosamente anche il volume degli Aiuti pubblici allo sviluppo (Aps) italiani, passando dai 5.858,03 milioni di dollari nel 2017 ai 4.900,1 milioni di dollari nel 2018, pari allo 0,23% del reddito nazionale lordo e in netto calo rispetto allo 0,30% del 2017. Si tratta di una riduzione drastica del 21,3% che fa guadagnare all’Italia la maglia nera tra tutti i paesi Ocse.

Oxfam rileva che dal 2012, per la prima volta quest’anno, si assiste a una riduzione degli aiuti internazionali in settori e paesi cruciali: meno 31,9% verso i paesi dell’Africa sub-sahariana (da 324, 8 milioni di dollari nel 2017 a 221,3 del 2018), meno 17,2% verso i paesi meno sviluppati (da 326,5 milioni di dollari nel 2017 a 270,5 nel 2018), meno 37,7% per i costi dei rifugiati, dovuto in gran parte alla diminuzione dei flussi migratori verso le coste italiane.

C’è una roadmap che Oxfam indica in un nuovo rapporto, per rendere l’aiuto allo sviluppo una leva certa di contrasto alle crescenti disuguaglianze e dunque alla povertà estrema. In questo momento, è il faro che accende l'organizzazione, "il 10% della popolazione mondiale vive in povertà estrema: senza un’inversione di tendenza, secondo le stime della Banca Mondiale, entro il 2030 l’87% dei poveri del mondo vivrà nell’Africa sub-sahariana, in quegli stessi paesi dove la disuguaglianza economica è ormai insostenibile".

Basti pensare, aggiunge, che ad oggi dei 20 paesi con i massimi livelli di disuguaglianza al mondo, ben 7 si trovano in Africa, mentre oltre tre quarti delle famiglie nei paesi in via di sviluppo vivono in contesti in cui la disuguaglianza di reddito è oggi maggiore rispetto agli anni ’90.

GLI AIUTI SUPERANO DI POCO LE SOLE FORTUNE DI JEFF BEZOS - "L’aiuto allo sviluppo proveniente dai paesi ricchi è solo di poco superiore alle fortune di Jeff Bezos, l’uomo più facoltoso del mondo". A sottolinearlo è Francesco Petrelli, senior advisor su finanza per lo sviluppo di Oxfam Italia che commenta così l'allarme lanciato oggi dalla sua organizzaizone sul calo degli aiuti internazionaoi ai Paesi in via di sviluppo. "Un dato semplice -argomenta- che descrive quanto l’attuale sistema economico funzioni bene solo per l’1% e male per il restante 99%". Il drastico calo degli aiuti ai più poveri e vulnerabili è desolante, perché in fondo non si sta facendo altro che voltare le spalle a chi lotta per la sopravvivenza". Commentando inoltre il taglio italiano dell'Aiuto pubblico per lo sviluppo, Petrelli evidenzia che "l'anno scorso con lo 0,30% di Aiuto Pubblico, avevamo raggiunto con tre anni di anticipo sulla tabella di marcia l’obiettivo intermedio fissato entro il 2020, in relazione al traguardo dello 0,70 fissato dall’Agenda 2030 per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile". "Oggi -osserva- ogni traguardo appare lontano e, soprattutto, rimane puro slogan quell’incitamento ad aiutare i più poveri a casa loro".

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