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Al via accordo su biometano tra filiera agricola e industriale

18 aprile 2019 | 16.44
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(Foto Cib)
(Foto Cib)

Cib, Confagricoltura, Eni, Fpt Industrial, Iveco, New Holland Agriculture e Snam hanno siglato oggi a Roma l’accordo di cooperazione per sostenere l’attuazione degli obiettivi del decreto sul biometano, che rappresenta una grande opportunità di crescita per il Paese trattandosi di una energia rinnovabile, pulita, programmabile e flessibile. L’intesa è stata siglata da Marco Alverà, ad di Snam, Piero Gattoni, presidente del Cib, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, Carlo Lambro, brand president di New Holland Agriculture e amministratore delegato Cnh Industrial Italia, Giacomo Rispoli, direttore Portfolio Management&Supply and Licensing di Eni, Annalisa Stupenengo, ad Fpt Industrial e membro del Global Executive Committee di Cnh Industrial, e Michele Ziosi, direttore relazioni Istituzionali Cnh Industrial.

Un accordo di filiera del settore agricolo e industriale, a poco più di un anno dall’emanazione del decreto 2 marzo 2018 sulla promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti, che si inserisce non solo nel raggiungimento del target sulle energie rinnovabili nei trasporti al 2020, ma si proietta già nel percorso di decarbonizzazione previsto dalla strategia Clima Energia. Quest’ultima, in particolare, fissa nuove sfide per la mobilità sostenibile prevedendo di raggiungere una quota rinnovabile del 21,6% al 2030, contribuendo contemporaneamente alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e al contrasto ai cambiamenti climatici.

In tale contesto il biometano, con una produzione oggi stimabile al 2030 di 8 miliardi di metri cubi, riveste un ruolo fondamentale per raggiungere il previsto obiettivo dell’8% per i biocarburanti avanzati, sostenendo anche il sistema gas, che giocherà un ruolo indispensabile nella transizione del sistema energetico nazionale. Tutto ciò in armonia con i nuovi indirizzi Ue per un’economia sempre più circolare attraverso l’utilizzo di effluenti zootecnici, residui, sottoprodotti delle attività agricole e agroalimentari e di colture di integrazione che deve essere promosso, sia nella produzione di biometano, sia nel successivo utilizzo del digestato nella fertilizzazione dei suoli, in modo da valorizzare le risorse organiche, avere imprese sempre più competitive e creare nuovi posti di lavoro nelle zone rurali.

Non è un caso che la filiera del biogas-biometano risulti uno dei settori a maggiore intensità occupazionale nel contesto delle energie rinnovabili e che abbia già favorito la creazione di oltre 6.400 posti di lavoro permanenti nel nostro Paese.

Si avvia così una importante collaborazione nell’ambito della mobilità sostenibile, con nuove iniziative e progettualità sul biometano rivolte alle imprese della filiera, alla Pubblica amministrazione, all’informazione dei cittadini, alla ricerca e sviluppo.

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