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U4I, ecco la formula Made in Italy per trasformare idee in prodotti

09 maggio 2019 | 19.38
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(Fotolia) - vege - Fotolia
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“Non c’è progresso senza innovazione”. Questa la vision di University for innovation (U4I), la fondazione costituita dalle Università di Bergamo, Milano-Bicocca e Pavia, primo progetto in Italia per la valorizzazione della ricerca interuniversitaria. (Video)

“We need to turn ideas into projects, and projects into progress”: la fondazione U4I si propone di aprire i confini della ricerca dei singoli dipartimenti agli stimoli provenienti dagli altri Atenei, favorendo lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi risultato della sinergia tra le tre Università.

Tre importanti università del nord Italia- afferma Mariacristina Rapisardi, componente della commissione brevetti dell’Università di Milano-Bicocca – sono, insieme, più potenti di una sola, e possono proporsi sul mercato e trattare con più efficienza il trasferimento tecnologico dei propri progetti di ricerca”. Ogni anno le iniziative più promettenti vengono scelte attraverso una ‘call for ideas’ e ricevono finanziamenti, a partire dalla fase di sperimentazione. “Speriamo nei prossimi anni – auspica Francesco Svelto, prorettore dell’università di Pavia – di attrarre investitori sempre più solidi, anche internazionali, e che si rinsaldi questo ponte tra le idee e l’impresa di cui in Italia c’è grande bisogno”.

Stampa 3D più sostenibile, cerotti termici di ultima generazione, passi avanti nella cura della leucemia e gallerie metropolitane più sicure: quattro i progetti individuati quest’anno a seguito del primo bando della fondazione interuniversitaria.

Il direttore alla guida delle attività della fondazione U4I è Enrico Albizzati, con esperienze nel gruppo Montedison ed in Pirelli. “Si è dato seguito – spiega Albizzati - ai progetti contraddistinti da un robusto e articolato piano di sviluppo e con maggiori possibilità di valorizzazione in tempi rapidi, con il duplice obiettivo di generare ricadute tangibili in ambito industriale e sociale e rimettere in circolo risorse per sostenere ulteriori progetti”.

Due anni è il tempo assegnato ai team di progetto per sviluppare le tecnologie, migliorarne le prestazioni e giungere alla realizzazione di prototipi che possano essere trasferiti alle imprese per migliorarne prodotti e servizi.

“Una risorsa preziosa per valorizzare la ricerca e favorire un meccanismo virtuoso di trasferimento di saperi dalle Università alle imprese e al mercato – afferma Cristina Messa, rettore dell’Università di Milano-Bicocca -. Un progetto che potrà fare da acceleratore alla crescita economica e industriale del Paese e diventare una buona pratica nel campo della ricerca applicata».

I progetti finanziati possono contare sul supporto di un team specializzato nel management dell’innovazione che consentirà di portare le nuove conoscenze dal laboratorio al mercato e al territorio, oltre che su una rete di collaborazioni con agenzie straniere dedicate alla valorizzazione della nuova conoscenza e della ricerca.

“U4I valorizza la ricerca, – ha spiegato Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università di Bergamo – e aumenta la capacità brevettuale e di creazione d’impresa dei nostri ricercatori. Sarà motore di un’innovazione globale e interconnessa che avrà benefici positivi non solo per il nostro Ateneo, ma per tutto l’ecosistema territoriale”.

Oltre mezzo milione di euro è stato impiegato per il funzionamento del progetto, 41 dipartimenti coinvolti, oltre 2000 ricercatori coinvolti, più di 100 famiglie di brevetti, e oltre 40 spin off attivi in otto diversi ambiti, Aerospaziale, Life science e biotecnologia, Agrifood, Materiali, Energia e ambiente, ICT, Industria Culturale e Mobilità sostenibile: questi i numeri del progetto. Saranno otto le tappe previste nello sviluppo delle proposte: ricerca, valutazione, proprietà intellettuale, promozione, brevetto, attivazione di spin off, attivazione di joint venture e start up, ricerca condivisa.

È un'opportunità e uno stimolo nuovo per i ricercatori delle nostre università – sostiene Fabio Rugge, rettore dell’Università di Pavia-. Non per caso nasce in un territorio ad alta intensità di atenei e imprese. È un modello che può espandersi e dare energia all'impresa italiana e prestigio alla nostra ricerca”.

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