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Lettera Ue in arrivo

28 maggio 2019 | 12.44
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Attesa tra stasera e domani mattina al Mef

(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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di Luana Cimino

Il carteggio sull'asse Roma-Bruxelles è sempre stato molto fitto, visto l'alto livello del debito pubblico che caratterizza l'Italia da anni. Dai semplici moniti, alle ingiunzioni a modificare in corsa il Bilancio alle richieste di manovra bis, lo scambio di missive tra il Tesoro e la Commissione europea dagli anni della crisi dell'euro è stato abbastanza frequente.

Quanto alla lettera Ue attesa tra stasera e domani mattina al Mef, rientra nella predisposizione del rapporto sulla dinamica del debito ai sensi dell’articolo 126.3 dei Trattati europei, che attribuisce ad ogni paese membro la possibilità di indicare i fattori rilevanti che possano giustificare l’andamento del debito. A queste missive i governi rispondono con una lettera di accompagnamento firmata dal ministro delle Finanze e una relazione sui fattori rilevanti da tenere in considerazione per un’adeguata valutazione dell’evoluzione del debito pubblico.

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In linea con il calendario del semestre europeo per il coordinamento delle politiche di bilancio tali missive arrivano in genere nel mese di maggio. Andando a ritroso negli ultimi anni possiamo citare, tra le ultime, la lettera inviata dall'esecutivo Ue il 2 maggio 2016 all'allora direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via alla quale seguì la risposta dell'ex ministro Pier Carlo Padoan accompagnata da un rapporto sui fattori rilevanti di 84 cartelle.

Anche nel 2017 e 2018 la missiva è giunta al Mef nel mese di maggio e puntuale è stata recapitata la risposta del Tesoro guidato da Padoan con rapporto annesso (più corto quello del 2018 a 60 pagine).

Tuttavia, al cambio della 'staffetta' tra il governo Pd e quello giallo-verde, la Commissione europea ha inviato una lettera sul debito già lo scorso autunno (il 29 per l'esattezza) indirizzata all'ex direttore generale Alessandro Riviera chiedendo di fornire una relazione sui cosiddetti ‘fattori rilevanti’ che possano giustificare "una riduzione del debito meno marcata di quella richiesta" dalla Ue. Tria ha risposto il 14 novembre allegando un nuovo rapporto sui fattori rilevanti.

In passato le giustificazioni fornite sono bastate a scongiurare il rischio di una procedura, ma a fronte di promesse e impegni. Le stime Ue sull'Italia che indicano un nuovo rialzo del debito lasciano questa volta temere il peggio. E il peggio potrebbe concretizzarsi il 5 giugno, quando con il rapporto sui conti la Commissione potrebbe aprire una procedura contro l'Italia.

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