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Bankitalia: "Più poveri senza Europa"

31 maggio 2019 | 10.48
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Il governatore Visco: "Appartenenza alla Ue fondamentale per lo sviluppo stabile". Poi lo spread: "Tensione su prestiti da aumento. La percezione dei mercati può acuire rischi in modo repentino". Vola il differenziale fra i Btp italiani e i Bund tedeschi a 10 anni

(AdnKronos)
(AdnKronos)

"L’appartenenza all’Unione europea è fondamentale per tornare su un sentiero di sviluppo stabile: è il modo che abbiamo per rispondere alle sfide globali poste dall’integrazione dei mercati, dalla tecnologia, dai cambiamenti geopolitici, dai flussi migratori". A sottolinearlo il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle 'Considerazioni Finali'.

Citando il filosofo Ludwig Wittgenstein, da molti considerato il massimo pensatore del XX secolo, e il Premio Nobel Elias Canetti, Visco invita a pesare le parole quando si definisce la partecipazione dell'Italia all'Europa, al cui completamento "dobbiamo partecipare con responsabilità". Per Visco non solo devono essere chiare le responsabilità "da condividere" ma anche gli obiettivi da perseguire e con quali strumenti: in tal senso, ammonisce citando Wittgenstein, "le parole sono azioni". Non solo, prosegue il Governatore citando poi Canetti, "nell'oscurità le parole pesano il doppio".

Per quanto riguarda lo spread, se finora "la trasmissione del maggiore costo dei titoli pubblici a quello dei prestiti delle banche a imprese e famiglie è stata limitata, grazie all’ampia liquidità e alle migliori condizioni dei bilanci degli intermediari", oggi "cominciano tuttavia a emergere segnali di tensione" con un graduale irrigidimento delle "politiche di offerta dei prestiti, soprattutto per le piccole imprese" dice il governatore della Banca d'Italia, sottolineando le conseguenze emergenti dell'aumento dello spread e dei premi sui CDS con rischi che "in situazioni di tensione possono acuirsi, nella percezione dei mercati, in modo repentino". Inoltre, "l’Italia ancora fatica a riprendersi dalla doppia recessione perché paga il prezzo di un contesto che, per qualità dei servizi pubblici e rispetto delle regole, è poco favorevole all’attività imprenditoriale".

"Risente di un ritardo tecnologico grave, frutto di una struttura produttiva frammentata e sbilanciata verso aziende che trovano difficoltà a crescere e a innovare. Subisce il peso - incalza Visco - delle distorsioni prodotte dall’evasione fiscale e quello del debito pubblico, che rende più costosi i finanziamenti per le famiglie, per le imprese e per le banche, oltre che per lo stesso Stato".

"Condizioni di costante incertezza comprimono gli investimenti delle imprese e i consumi delle famiglie. Ne soffre il lavoro, cresce il disagio sociale", sottolinea il Governatore per il quale il Paese ha bisogno di "un’ampia riforma fiscale" perché negli ultimi decenni "sono state introdotte nuove forme di tassazione ed è stato progressivamente definito un complesso insieme di agevolazioni e di esenzioni, nell’assenza di un disegno organico e con indirizzi non sempre coerenti".

"Solo rivedendo alcune agevolazioni o modificando la struttura di una singola imposta si proseguirebbe in questo processo di stratificazione" dice, aggiungendo che "bisogna invece interromperlo, per disegnare una struttura stabile che dia certezze a chi produce e consuma, investe e risparmia, con un intervento volto a premiare il lavoro e favorire l’attività di impresa, tenendo conto delle interazioni tra tutti gli elementi del sistema fiscale".

Sono poi "condivisibili" le stime del governo secondo cui Reddito di Cittadinanza e Quota 100 porterebbero, "senza considerare gli effetti restrittivi delle relative coperture, a un aumento del prodotto di circa 0,6 punti percentuali nel complesso del triennio 2019-2021" afferma Visco, aggiungendo come le previsioni "relative agli effetti sull’occupazione, che sarebbe di mezzo punto percentuale più alta nel 2021, presentano invece ampi margini di incertezza".

Ad ogni modo, evidenzia, "aumenti della spesa pubblica o riduzioni di entrate vanno inseriti in un quadro che ne garantisca la sostenibilità finanziaria e ne precisi intenti, priorità e fonti di finanziamento" è il monito che arriva dal Governatore. Nella composizione dei conti pubblici "uno spazio più ampio andrebbe destinato, più che a sussidi e trasferimenti, ai programmi maggiormente in grado di stimolare l’attività economica. Questi andrebbero accompagnati da misure volte al contenimento delle distorsioni indotte dalla tassazione, in particolare nel mercato del lavoro, e a potenziare l’azione di contrasto all’evasione".

"Ed è emersa, in Europa, negli ultimi anni l’insufficienza dell’attenzione prestata da diversi intermediari al rispetto delle norme rivolte al contrasto del riciclaggio" dice Visco, ricordando come siano "elevati i rischi che ne conseguono e che spesso travalicano i confini nazionali".

"L’appartenenza all’Unione europea è fondamentale" sottolinea il Governatore, per il quale "la crescita istituzionale dell’Europa ha accompagnato quella economica di tutti i Paesi del continente: ha aperto un mercato più ampio alle imprese e ai consumatori, reso disponibili maggiori fondi a sostegno delle aree svantaggiate, facilitato la cooperazione in campi strategici, garantito un quadro di stabilità monetaria. Saremmo stati più poveri senza l’Europa; lo diventeremmo se dovessimo farne un avversario".

Poi, sul fronte Iva, se nel 2020 si dovessero disinnescare le clausole di salvaguardia "senza compensazione", dice ancora Visco, si avrebbe un avanzo primario inferiore a mezzo punto di Pil che "non sarebbe compatibile con la riduzione dell’incidenza del debito sul prodotto" e "avrebbe ripercussioni negative sul premio al rischio dei titoli pubblici e, per questa via, sull’attività economica" sottolinea il governatore, osservando come sia "coerente con queste preoccupazioni che nel DEF si subordini la disattivazione delle clausole relative all’IVA all’individuazione di misure compensative".

"In una fase in cui i rendimenti all’emissione sono alti nel confronto internazionale, la raccolta di fondi sul mercato rappresenta una sfida impegnativa anche per le banche di maggiori dimensioni" mentre per quelle minori "l'accesso al mercato resta difficile" dice Visco, ricordando come "l'ammontare di obbligazioni bancarie in scadenza entro la fine del prossimo anno supera i 70 miliardi".

"Le nuove regole sulla gestione delle crisi - ricorda - richiedono di costituire un’ampia riserva di passività in grado di assorbire le possibili perdite e ricostituire il capitale. La necessità di rinnovare e ampliare la raccolta all’ingrosso tenderà a comprimere il margine di interesse. Per le banche minori l’accesso al mercato resta difficile. Lo sviluppo di una domanda istituzionale per le loro obbligazioni potrebbe apportare benefici significativi", aggiunge.

Una nuova crisi potrebbe incidere "inevitabilmente sui bilanci delle banche" e "la possibilità che rischi macroeconomici tornino a investire un settore finanziario ancora in ritardo nell'adeguare la propria struttura è un elemento di vulnerabilità di cui bisogna essere consapevoli" dice il Governatore della Banca d'Italia. Secondo Visco, "le prospettive delle banche rimangono strettamente legate all'andamento dell'economia e alla percezioni del 'rischio Paese', che si riverberano sulla qualità degli attivi e sul costo da sostenere per reperire risorse sui mercati". E suggerisce come permanga "la necessità di proseguire con decisione le azioni volte a ridurre i costi e migliorare redditività".

Come ricorda il governatore di Bankitalia, "alla fine del 2018 il patrimonio di migliore qualità Cet1" delle banche "era pari al 12,7% delle attività ponderate per i rischi, contro il 14,3% della media" dell'area euro.

Quindi, "serve uno sforzo corale, la partecipazione di tutti, lungo una direzione di marcia che la politica deve indicare con chiarezza" è l'appello che giunge infine dal Governatore Visco per riportare il Paese su un solido cammino di crescita. "Va favorito in tutti i modi - dice - l’aumento dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro, prolungando l’attività in linea con l’aumento dell’aspettativa di vita ed eliminando gli ostacoli al lavoro femminile; va recuperato pienamente allo sviluppo del Paese il Mezzogiorno, dove risiede un terzo della popolazione".

"Alla politica economica - prosegue - spetta il compito di definire la cornice normativa, fornendo incentivi adeguati e rimuovendo i freni all’attività produttiva; ma sta alle imprese cogliere le occasioni che offrono il mercato e la tecnologia, essere pronte a crescere, anche aprendosi a contributi esterni di capacità e di capitale; a chi studia e lavora contribuire al cambiamento ricercando nuove e maggiori competenze. Gli intermediari finanziari dovranno essere in grado, nel loro stesso interesse, di appoggiare con prudenza, ma anche con sagacia, questo processo".

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