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Bankitalia dimezza stima crescita

07 giugno 2019 | 21.13
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Il Pil si fermerà a +0,3% per il 2019. Pesa maggior debolezza domanda estera e il protrarsi di condizioni di elevata incertezza. Rischi elevati su proiezioni

(FOTOGRAMMA)
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La Banca d'Italia dimezza le stime di crescita dell'Italia per quest'anno: il pil si fermerà a +0,3%, contro il +0,6% stimato a gennaio. Le nuove proiezioni macro diffuse da Palazzo Koch nel quadro dell'esercizio coordinato con l'Eurosistema, vedono un rallentamento del prodotto interno lordo anche per il 2020 e 2021, rispettivamente a +0,7% dal precedente +0,9% e +0,9 da 1%.

"L’economia italiana tornerebbe a crescere a ritmi moderati nella seconda parte dell’anno in corso", scrive Via Nazionale, spiegando che a pesare sul ribasso delle previsioni "la maggior debolezza della domanda estera osservata negli ultimi mesi e il protrarsi di condizioni di elevata incertezza rilevate nei sondaggi presso le imprese". Inoltre l'Istituto mette in guardia contro rischi elevati per le "perduranti tensioni sulle politiche commerciali internazionali, che potrebbero accentuare la debolezza dell’economia globale e ripercuotersi sulle esportazioni e sulla propensione all’investimento, e, sul piano interno, dall’andamento dei mercati finanziari, che potrebbe risentire di un aumento dell’incertezza sulle prospettive della politica di bilancio e comportare condizioni di finanziamento per le imprese meno favorevoli".

Alla crescita del pil contribuirebbero prevalentemente i consumi delle famiglie, che beneficerebbero delle misure di politica di bilancio a sostegno del reddito disponibile, e le esportazioni che crescerebbero in linea con la domanda estera. Debole invece la dinamica degli investimenti privati "frenata dall’incertezza sulle prospettive della domanda e da un graduale aumento dei costi di finanziamento".

In particolare, rileva la Banca d'Italia, l’accumulazione di capitale produttivo si contrarrebbe nel biennio 2019-20 e sarebbe pressoché stagnante nel 2021.

L’occupazione inoltre si espanderebbe in misura contenuta, soprattutto nei primi due anni, riflettendo anche maggiori fuoriuscite dal mercato del lavoro per effetto dell’introduzione di nuove forme di pensionamento anticipato, che, in linea con le regolarità osservate nel passato, verrebbero solo in parte rimpiazzate da nuove assunzioni, scrive Via Nazionale.

Rallenta anche l'inflazione, con una dinamica che rimarrebbe moderata e recupererebbe gradualmente. Stime alla mano, i prezzi al consumo aumenterebbero dello 0,8 per cento nella media di quest’anno, dell’1,0 per cento nel 2020 e dell’1,5 per cento nel 2021. La componente di fondo dell’inflazione, ancora debole nell’anno in corso, accelererebbe progressivamente nel prossimo biennio, sospinta da un graduale rafforzamento della dinamica retributiva. Rispetto alle nostre precedenti proiezioni pubblicate in gennaio, l’inflazione è stata rivista al ribasso di 0,2 punti percentuali quest’anno, 0,3 il prossimo e 0,1 nel 2021, riflettendo una più prolungata debolezza della componente di fondo e condizioni di domanda meno favorevoli.

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