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Clima, il monito del Papa ai petrolieri

14 giugno 2019 | 15.47
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L'ad di Eni Claudio Descalzi: "Cambiare passo a 4 anni da accordi Parigi su clima"

(Afp)
(Afp)

Di fronte alla "emergenza climatica" che stiamo vivendo urgono "passi concreti qui ed ora", sono "i poveri che soffrono il peggior impatto della crisi climatica". Il Papa incontra le principali compagnie petrolifere mondiali - tra le quali l'Eni con Claudio Descalzi - che si sono riunite in Vaticano da ieri per discutere sulla cura della nostra 'casa comune' e richiama tutti alle proprie responsabilità alla luce del "momento critico". La "crisi ecologica, specialmente il cambiamento climatico, - sottolinea il Papa parlando ai manager delle imprese petrolifere - minaccia il futuro stesso della famiglia umana. Per troppo tempo abbiamo collettivamente ignorato i frutti delle analisi scientifiche, e 'le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia'. Qualsiasi discussione sul cambiamento climatico e sulla transizione energetica deve dunque assumere i migliori frutti della ricerca scientifica oggi disponibile e lasciarsene toccare in profondità".

Il Papa ricorda che "uno sviluppo significativo in quest’ultimo anno è stata la pubblicazione del rapporto speciale sull’impatto del riscaldamento globale di 1.5ºC sui livelli pre-industriali da parte del Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico. Quel rapporto mette chiaramente in guardia sul fatto che gli effetti sul clima saranno catastrofici se oltrepassiamo la soglia degli 1.5ºC delineata nell’obiettivo dell’Accordo di Parigi. Il rapporto avverte, inoltre, che manca solo poco più di una decade per raggiungere questa barriera del riscaldamento globale. Di fronte a un’emergenza climatica, dobbiamo prendere opportuni provvedimenti, per poter evitare di commettere una grave ingiustizia nei confronti dei poveri e delle future generazioni. Dobbiamo agire responsabilmente ben considerando l’impatto delle nostre azioni nel breve e nel lungo termine".

Il Pontefice invita ad agire concretamente, subito: "Cari amici, il tempo stringe! Le riflessioni devono andare oltre le mere esplorazioni di che cosa possa essere fatto, e concentrarsi su che cosa occorre che venga fatto. Non possiamo permetterci il lusso di aspettare che altri si facciano avanti, o di dare la priorità a vantaggi economici a breve termine. La crisi climatica richiede da noi un’azione determinata, qui e ora e la Chiesa è pienamente impegnata a fare la sua parte".

La crisi climatica che stiamo vivendo "richiede un cambiamento radicale a tutti i livelli, sia personale che collettivo". E' uno dei punti sui quali le compagnie petrolifere hanno convenuto in occasione del summit organizzato dal dicastero vaticano per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale e dall'Università di Notre Dame dell'Indiana, ospitato per il secondo anno presso la Pontificia Accademia delle Scienze. Il tema era 'L'Energia Transizione e cura per la nostra casa comune'.

Alla due giorni in Vaticano sono intervenuti dirigenti tra i principali produttori mondiali di petrolio e gas, investitori globali, studiosi di Scienze del clima e rappresentanti di alto livello del mondo accademico. Tra questi, l'Eni con l'amministratore delegato Claudio Descalzi; Ben van Beurden, Ceo Royal Dutch Shell; Lord Browne of Madingley, executive chairman, L1 Energy; Mark Campanale, Founder & Executive Director, Carbon Tracker Initiative; Greg Case, CEO, Aon plc; Gary Dirks, Director, Wrigley Global Institute of Sustainability, Arizona State University; Robert Dudley, CEO, BP; Michael Garland, CEO, Pattern Energy Group;Vicki Hollub, CEO, Occidental Petroleum Corporation; Josu Imaz, CEO, Repsol; Michael Wirth, Chairman & CEO, Chevron Corporation; Darren Woods, Ceo ExxonMobil; Lei Zhang, CEO, Envision Group.

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