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Calano scioperi in 2018 ma per ferrovie e rifiuti maglia nera

18 giugno 2019 | 18.59
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(Foto/ - FOTOGRAMMA)
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Calano di circa il 14% nel 2018 gli scioperi nel settore dei servizi pubblici essenziali, sia quelli proclamati che quelli effettuati. Sono state, infatti, 2.109 le proclamazioni, di cui 312 illegittime, contro le 2.448 del 2017 mentre scendono della metà, 1.389, gli scioperi effettivamente realizzati in flessione rispetto ai 1.616 dell'anno precedente. A fare il punto sulla conflittualità nei servizi pubblici e' il presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi, Giuseppe Santoro-Passarelli nella sua relazione al Parlamento.

T rasporti e Igiene pubblica continuano a restare i settori più esposti alla rivendicazione sindacale ma dai dati emerge a sorpresa un inaspettato calo della conflittualità nel Trasporto urbano: 302 gli scioperi proclamati, 223 gli effettuati nel 2018 contro i 318 del 2017, quasi il 30%. In flessione del 18% anche gli scioperi effettuati nel Trasporto aereo, 130 quelli effettuati nel 2018 contro i 159 del 2017, sopratutto assistenti di volo e società di handling presso gli aeroporti di Milano Linate e Malpensa e Roma Fiumicino.

Maglia nera invece per il Trasporto ferroviario che annulla il calo del 2017 e ritorna nel 2018 sui livelli di conflittualità storici: 112 proclamazioni e 51 scioperi effettuati contro i 37 dell'anno precedente. Pesantemente conflittuale anche il settore dell'Igiene Ambientale: 411 gli scioperi proclamati, 230 quelli effettuati nel 2018 contro i 188 del 2017 essenzialmente nelle regioni meridionali con picchi significativi in Campania e in Sicilia.

Dimezzato nel 2018 invece, rispetto al 2017, il conflitto nel settore del Recapito postale e Tlc. Flessione anche nel Comparto Ministeri, 10 scioperi contro i 17 dell'anno precedente mentre un incremento "lieve" ha registrato il settore Regioni e autonomia locali, 101 astenzioni contro le 96 dell'anno prima. Scioperi in aumento anche nel Comparto Scuola e Università.

Tra le cause, dice ancora il Garante, i mancati rinnovi contrattuali, sopratutto al Sud, "una sicura anomalia nel sistema delle relazioni industriali", la definisce Santoro-Passarelli ma anche l'eccessiva segmentazione del servizio con il "massiccio ricorso a mano d'opera a basso costo" o per l'applicazione di "contratti peggiorativi".

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