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Di Maio: "Spread alto è pregiudizio su di noi"

18 giugno 2019 | 13.13
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Il vicepremier: "Da quando ci siamo insediati, da quando abbiamo giurato al Quirinale, si è impennato"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

“Lo spread è importante, però da quando ci siamo insediati, da quando abbiamo giurato al Quirinale, lo spread si è impennato e questo è un pregiudizio nei confronti del nostro governo”. A sottolinearlo è stato il vicepremier e ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, intervenendo all’assemblea di Confartigianato. Ha spiegato Di Maio: "Affronteremo il tema della procedura di infrazione e della legge di bilancio con responsabilità, perché l’obiettivo non è far saltare tutto o andare allo scontro, ma arriva un momento in cui se vuoi abbassare le tasse devi fare delle scelte coraggiose, se vuoi abbassare il cuneo fiscale devi fare delle scelte coraggiose nella legge bilancio, e noi rivendichiamo il diritto di poterne parlare almeno, perché se invece non se ne può neanche parlare che lo spread sale allora insediamo un’agenzia di rating a Palazzo Chigi e noi ce ne andiamo. Magari qualcuno è più contento".

Senza citare i minibot, Di Maio, in un passaggio accompagnato da un applauso, ha poi ribadito che “l’obiettivo è pagare i crediti della pubblica amministrazione. Su questo c’è un dibattito in questi giorni che è partito dal Parlamento. Io non mi affeziono ai nomi o ai termini ma è chiaro che bisogna pagare i debiti dello Stato altrimenti lo Stato non ha nessuna credibilità per poi chiedere agli imprenditori e ai cittadini”. “Da quest’anno - ha aggiunto - c’è una sezione apposita del fondo di garanzia che dice, per gli imprenditori che hanno credito con la Pa, che noi interveniamo a sostegno e non li mandiamo per aria con i prestiti bancari scoperti o con altri strumenti che purtroppo causano la chiusura delle imprese”. Quanto alle tasse alle imprese, "a me non interessa che tipo di tassa andiamo ad abbassare ma l’importante è che le andiamo ad abbassare in maniera sostanziale per favorire il lavoro e le assunzioni nelle imprese, per favorire la possibilità di investimenti. Nell’ultima legge di bilancio e nel dl crescita - ha detto Di Maio - quando abbiamo deciso di rimodulare l’Ires come governo abbiamo detto la abbassiamo a tutte quelle imprese che invece di spartirsi utili decidono di reinvestirla nell’azienda. E questo aiuta le piccole, le medie e le grandi aziende".

Poi, su Facebook, è tornato sul salario minimo, mettendo in chiaro: "Non indietreggeremo di un centimetro". "In Portogallo un lavoratore non può prendere meno di 650 euro al mese, in Spagna non meno di 826 euro, nel Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Irlanda e Lussemburgo un lavoratore non può prendere meno di mille euro al mese. In Italia ci sono lavoratori sotto contratto che non arrivano a 500 euro al mese - ha rimarcato - Vi sembra normale? No che non lo è e non si capisce perché nelle ultime 24 ore qualcuno abbia alzato un muro contro la nostra proposta sul salario minimo, che fissa la soglia ad almeno 9 euro lordi l'ora per ogni lavoratore, circa 1.200 euro netti al mese. Tutto si può rivedere, per carità, tutto si può aggiustare, ma non accetto attacchi preventivi!".

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