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Procedura Ue, scatta il countdown

18 giugno 2019 | 07.39
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Il 26 giugno è attesa la decisione della Commissione europea, il Mef lavora all'offerta da presentare

(Afp)
(Afp)

di Luana Cimino
Procede a oltranza la trattativa sul fronte tecnico e politico tra Roma e Bruxelles per scongiurare la procedura sui conti. Il premier Giuseppe Conte lavora alla lettera da inviare all'Ue a giorni, anche in vista del vertice europeo del 20 e 21 giugno nella capitale belga. Il Mef sta lavorando all'offerta da presentare alla Commissione europea auspicabilmente entro il 26 giugno, data della riunione dei commissari nella quale potrebbe arrivare il via libera all'azione disciplinare sul bilancio italiano. In assenza di una proposta convincente da parte del governo, il dossier potrebbe approdare già al tavolo dell'Ecofin dell'8 e 9 luglio per l'approvazione definitiva del piano di rientro.

A quanto si apprende, il Tesoro ragionerebbe su un 'pacchetto' fatto di stime e proposte per tagliare il deficit con un nuovo impegno a congelare certe spese in Legge di Bilancio se i target indicati non venissero centrati, come fatto lo scorso dicembre. Il governo potrebbe mettere sul piatto 3,5 miliardi circa attingendo da maggiori entrate tributarie, Iva in particolare spinta al rialzo dalla fatturazione elettronica. Gli ultimi dati indicano d'altra parte un gettito dell'imposta sul valore aggiunto a 35,653 miliardi di euro nei primi quattro mesi, con un incremento di oltre 1,5 miliardi (+4,6%) su anno. Altre risorse potrebbero arrivare dalle 'eccedenze' di reddito e quota 100. Risparmi che al momento vengono indicati a 1,4 miliardi circa, ma che saranno maggiori da qui a fine anno.

Parte di questo aggiustamento contabile potrebbe essere inserito nella legge di assestamento di bilancio di fine mese. Bisogna però vedere se a Bruxelles basterà questo primo sforzo avanzato da Roma. Questa volta infatti l'interlocutore comunitario appare meno propenso ad aperture di credito verso Roma e chiederebbe un aggiustamento di 9 miliardi che equivale a colmare il buco dei conti 2018 (7 miliardi), più il mancato aggiustamento 2019 (3 mld) al netto della flessibilità per il Ponte Morandi e il dissesto idrogeologico. L'intervento corrisponderebbe ad un taglio di 0,5 punti percentuali del deficit-pil, che scenderebbe al 2% dal 2,5% stimato dalla Commissione Ue.

Ma per scongiurare la procedura d'estate Roma dovrà assumere impegni vincolanti per il consolidamento dei conti nel 2020, anno sul quale incombono 23 miliardi di rialzi Iva. E' qui che entrano in gioco gli impegni al congelamento delle spese, bisognerà tuttavia vedere in che misura, tanto più alla luce del fatto che non si placa il pressing della Lega per la flat tax.

I tecnici del governo lavorano dunque su un doppio orizzonte temporale, uno di breve termine ed uno che guarda a settembre ma entro un quadro complessivo. Intanto dovrebbero arrivare i risultati dei tavoli di lavoro su tax expenditures e revisione delle spesa, tra gli altri. Allo studio anche l'assorbimento degli 80 euro del governo Renzi (10 miliardi di euro) che verrebbero però 'trasformati' in altre forme di sgravi.

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