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Mercatone Uno, domani 300 lavoratori davanti a Mise

23 luglio 2019 | 16.31
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Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs rinnovano la richiesta, si attivi il tavolo di crisi

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Oltre 300 lavoratori ex Mercatone Uno provenienti da tutta Italia prenderanno parte domani, alle 15, al presidio organizzato a Roma al ministero dello Sviluppo Economico. La nuova mobilitazione è stata indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs "a tre settimane dall’incontro con i nuovi Commissari Straordinari del Gruppo Mercatone e a pochi giorni dalla pubblicazione del bando per la cessione dei 55 punti vendita avvenuta a mezzo stampa senza comunicazione ai sindacati" sottolineano le sigle. C'è tempo fino al 31 ottobre per la presentazione delle offerte vincolanti per l'acquisto dell'intero o di parte del perimetro di vendita mentre le operazioni di cessione dovranno chiudersi perentoriamente entro il 31 dicembre 2019, ricordano i sindacati.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs rinnovano dunque "la richiesta di attivazione al tavolo di crisi istituzionale al sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ed alle competenti direzioni dei Rapporti di Lavoro e delle Relazioni Industriali e degli Ammortizzatori Sociali, ad oggi senza alcuna risposta, sulle prospettive occupazionali e sull’emergenza reddituale dei 1860 lavoratori coinvolti allo stato percettori di un ammortizzatore sociale ai limiti della sostenibilità e al di sotto del reddito di cittadinanza". In un volantino unitario diffuso tra i lavoratori. i sindacati stigmatizzano "i ritardi dell’intervento istituzionale" sottolineando che in occasione dell’incontro sono state esplicitate "tutte le evidenti criticità dovute alla retrocessione dei lavoratori in Amministrazione Straordinaria alle condizioni contrattuali individuali che avevano maturato con la cessione a Shernon".

"Infatti, per salvaguardare i posti di lavoro - spiegano i sindacati in una nota congiunta - i lavoratori avevano subito riduzione delle ore, di alcuni istituti contrattuali e di parte delle retribuzioni". I sindacati hanno sollecitato in più riprese "con insistenza, di avviare un tavolo di confronto costante e trasparente sulle prospettive per i 1860 lavoratori e sullo specifico dell’emergenza reddituale" senza ricevere "ad oggi nessuna risposta".

SINDACATI E NUOVI COMMISSARI - "Sono cambiati i commissari ma la condotta è rimasta inalterata e ciò è inaccettabile". A scandirlo sono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che, sulla crisi di Mercatone Uno, annunciando il presidio domani di 300 lavoratori davanti al Mise. "Si sottovaluta il dramma esistenziale, calpestando la dignità umana" afferma le tre federazioni. I sindacati ricordano, inoltre, di aver "chiesto trasparenza, comunicazione e coinvolgimento" e ancora che "è poco il tempo a disposizione per ricercare investitori che possano dare garanzia di continuità e di prospettive durature".

EMERGENZA REDDITO - Alla vigilia del presidio di 300 lavoratori di Mercatone Uno domani, davanti al Mise, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sottolineano che "l'emergenza reddituale è già realtà concreta e quotidiana". "Molti lavoratori, per effetto della riduzione contrattuale subita, a fronte dell’impegno disatteso da parte di Shernon a garantire l’occupazione, hanno importi di Cassa Integrazione che non superano i 200 euro". "Per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori - concludono Filcams, Fisascat, Uiltucs - sarebbe inaccettabile replicare quanto è avvenuto con Shernon anche nel metodo utilizzato nel percorso di aggiudicazione".

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