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Il nuovo bazooka di Draghi

12 settembre 2019 | 15.05
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La Bce taglia il tasso sui depositi di 10 punti, portandolo così a -0,50%, e rilancia il Qe: "Tutti i paesi dovrebbero intensificare gli sforzi per ottenere una situazione dei conti pubblici più favorevole alla crescita". Positiva la reazione dei mercati

(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Taglio ai tassi sui depositi, un nuovo programma di Quantitative easing (Qe) per 20 miliardi di euro al mese a partire del mese di novembre e nuove condizioni delle Tltro, le aste di liquidità finalizzate ai prestiti alle aziende, che saranno anche più lunghe del previsto. E' questo il pacchetto di misure annunciato oggi dal presidente della Bce, Mario Draghi per contrastare la flessione delle aspettative di inflazione tendenziale che nel 2019 dovrebbe crescere dell'1,2%, dell'1% nel 2020 e dell'1,5% nel 2021. Stime, queste, riviste al ribasso rispetto alla proiezioni di giugno scorso. L'Eurotower ha anche rivisto al ribasso le stime di crescita dell'Eurozona per quest'anno, con una previsione di un pil all'1,1%, e per il 2020, stimato a +1,2%. Per il 2021 la previsione è di una crescita dell'1,4%.
Nel dettaglio il Consiglio direttivo di oggi ha deciso di tagliare il tasso su depositi di 10 punti a -0,50% lasciando invariato il tasso principale a 0% e quello sui prestiti marginali a 0,25%. Per la terza serie delle Tltro, le aste di liquidità a lungo termine, la Bce ha deciso di allungare da 2 a 3 anni la durata dei prestiti e di eliminare la maggiorazione sul tasso di 10 punti base: il tasso applicato alle banche sarà quindi uguale al tasso medio delle aste principali di riferimento nella durata del rispettivo Tltro 3. Ci sarà inoltre un tasso più basso per le banche che tra la fine di marzo 2019 e la fine di marzo 2021 supereranno il livello di prestiti di riferimento. L'ultima modifica, legata all'estensione della durata, consente alle controparti di rimborsare la somma presa in prestito prima della scadenza finale, con una frequenza trimestrale a partire da due anni dopo il settlement di ciascuna operazione. L'Istituto di Francoforte quindi ha deciso di ripristinare dal primo novembre gli acquisti di asset a un livello pari a 20 miliardi al mese e di non fornire alcuna scadenza per questo nuovo programma spiegando che "si aspetta che prosegua il più a lungo possibile per rafforzare l'impatto accomodante dei tassi ufficiali".

Nel Consiglio direttivo, Draghi ha spiegato che c'è stata una "unanimità sulla visione che la politica fiscale dovrebbe diventare lo strumento principale per aumentare domanda". Nel corso della riunione c'è stato un "pieno accordo sulla necessità di agire ma differenze sulla valutazione della gravità dello scenario" con "qualche membro che ha detto 'aspettiamo e vediamo, ma il Consiglio ha deciso di agire ora". Nella riunione del board, ha rilevato Draghi, c'è stato anche "un ampio accordo sulla forward guidance, sui tassi e sulle Tltro": "C'è stata più diversità di vedute", secondo la descrizione di Draghi, nella valutazione se fosse "appropriato" riprendere gli acquisti del Quantitative Easing. Draghi si è rifiutato - come da prassi - di fornire numeri sulle posizioni favorevoli e contrarie spiegando che "non c'è stato bisogno di votare, vista l'ampia maggioranza".

Nel corso della conferenza stampa Draghi ha sottolineato in particolare la necessità che i governi con margini di manovra li utilizzino. "Alla luce dell'indebolimento delle prospettive economiche" nell'area dell'euro, ha osservato il presidente della Bce, "i governi con margini di manovra nei conti pubblici dovrebbero agire in modo efficace e tempestivo". Nei paesi in cui il debito pubblico è elevato, ha osservato Draghi, "i governi devono perseguire politiche prudenti che creeranno le condizioni affinché gli stabilizzatori automatici possano operare liberamente. Tutti i paesi dovrebbero intensificare gli sforzi per ottenere una situazione dei conti pubblici più favorevole alla crescita".

E la reazione dei mercati agli annunci di Draghi sono stati positivi. Il mercato, infatti, ha apprezzato l'atteggiamento accomodante, da 'colomba', della Bce, che ha lanciato l'ultima "cannonata" della presidenza di Mario Draghi con un nuovo quantitative easing da 20. I rendimenti dei Titoli di Stato si raffreddano, quelli dei Btp italiani aggiornano i minimi storici, e le borse reagiscono, chiudendo la seduta in rialzo. Secondo analisti ed economisti, il presidente della Bce, che sarà sostituito da Christine Lagarde a novembre, ha posto le basi per proseguire, anche in futuro, con le politiche di stimolo monetario. Nel dettaglio lo spread tra Btp e Bund tedeschi ha chiuso a 139 punti base, ai minimi da maggio 2018, confermando il trend di forte discesa dei tassi dopo gli annunci di politica monetaria della Bce. Il rendimento del decennale italiano, che ha toccato il minimo dello 0,758%, si ferma allo 0,86%, secondo i dati della piattaforma Mts.

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