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L'Istat rivede a ribasso il Pil 2018, crescita a +0,8%

23 settembre 2019 | 10.43
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Invece del +0,9% previsto ad aprile scorso. Stima deficit-pil in lieve peggioramento a 2,2%

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I conti 2018 chiudono il sipario con un andamento un po' meno roseo delle attese. A certificare una limatura del pil e il lieve rialzo del deficit per lo scorso anno è l'Istat che, accogliendo la richiesta del Mef, ha anticipato ad oggi la pubblicazione dei conti economici in modo da facilitarne il recepimento nella Nota di aggiornamento al Def attesa in Cdm venerdì. Uno scenario stilato sulla base dei nuovi metodi concordati in sede Ue, che conferma tuttavia la lenta uscita dalla crisi e che verrà tenuto in conto nella Nadef, chiamata a mettere nero su bianco le stime alla base della prossima manovra di Bilancio.

Conti alla mano, secondo l'istituto nazionale di statistica, il tasso di crescita del Pil nel 2018 è stato rivisto dal precedente +0,9% a 0,8%. Il 2017 si è chiuso con il pil a 1,7%. Corretto in lieve rialzo invece il rapporto deficit-pil che passa dal 2,1% indicato ad aprile al 2,2% nel 2018, con un peggioramento di 0,1 punti percentuali, circa un miliardo in più dunque di 'rosso' che andrà a pesare sulla stima sul debito dello scorso anno. Migliora comunque il dato sul disavanzo rispetto al 2017 (2,4%). Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è pari all’+1,5 % del Pil. Lieve miglioramento per la pressione fiscale: al 41,8% nel 2018 dal 42,1% stimato ad aprile.

"La revisione generale dei conti nazionali ha modificato in misura molto limitata le stime dei tassi di crescita dell’economia italiana per gli anni recenti", commenta l'Istat. "Si conferma che nel 2018 vi è stato un significativo rallentamento della crescita - aggiunge - con un tasso di variazione del Pil dello 0,8%, a fronte di un incremento dell’1,7% nel 2017. Nel corso della fase di espansione 2015-2018 sulla base delle nuove stime si è registrato un aumento complessivo del Pil in volume del 4,6%". Secondo l'Istat, invece gli investimenti fissi lordi sono cresciuti in volume del 3,2%, i consumi finali nazionali dello 0,7%, le esportazioni di beni e servizi dell’1,8% e le importazioni del 3,0%.

Quanto al reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato nel 2018 una crescita dell’1,8% in valore nominale e dello 0,9% in termini di potere d’acquisto. Poiché il valore dei consumi privati è aumentato dell’1,7%, la propensione al risparmio delle famiglie è rimasta quasi stabile, passando dall’8,0 all’8,1%.

Intanto bisognerà aspettare la Nota al Def di venerdì per conoscere le nuove stime del governo per l'anno in corso e per il 2020. Nella migliore delle ipotesi il pil italiano nel 2020 non dovrebbe superare lo 0,5%, con una revisione al ribasso rispetto ad aprile (crescita programmatica allo 0,7%) e in linea con gli istituti internazionali. Quanto al deficit l'obiettivo del governo è portare l'asticella entro il 2,1%, dosando misure di consolidamento dei conti, flessibilità Ue e interventi moderatamente espansivi, primo taglio del cuneo fiscale in testa. Resta l'incognita del debito pubblico: a aprile il precedente governo ha indicato un rialzo al 132,6% nel 2019 (dal 132,2% del 2018) e poi un calo al 131,3% nel 2020, a patto di attuare un ambizioso piano di privatizzazioni da 18 miliardi di euro poi disatteso.

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