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Assegnati gli 'Eni Award 2019', i premi nobel dell'energia

10 ottobre 2019 | 16.51
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(foto Adnkronos)
(foto Adnkronos)

Assegnati oggi al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i premi alla ricerca e all’innovazione nell’energia di Eni. Giunto quest'anno alla sua dodicesime edizione, gli Eni Award, istituiti nel 2007 e conosciuti anche come i 'Nobel dell'Energia', sono diventati nel corso degli anni un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell'energia e dell'ambiente. Durante la cerimonia, che si è svolta oggi al Palazzo del Quirinale alla presenza del presidente di Eni Emma Marcegaglia e dell’ad di Eni Claudio Descalzi, è stato assegnato il premio Transizione Energetica, uno dei tre riconoscimenti principali che premia le migliori innovazioni nel settore degli idrocarburi per la decarbonizzazione del sistema energetico, a James A. Dumesic dell’Università del Wisconsin, Madison, che ha sviluppato processi catalitici innovativi per la conversione di biomasse a carburanti e prodotti chimici, incrementando la resa mediante l’ottimizzazione delle condizioni di reazione.

Tra i nuovi processi sviluppati, la conversione di uno zucchero (il fruttosio) in un composto da cui è possibile ottenere biomateriali che possono essere utilizzati in alternativa a comuni materiali plastici di origine fossile. Il premio Frontiere dell’energia, per ricerche sulle fonti di energia rinnovabile e sullo stoccaggio di energia, è stato assegnato a Michael Aziz e Roy Gordon dell'Università di Harvard, che hanno sviluppato un nuovo tipo di batteria particolarmente adatta per lo stoccaggio sicuro e conveniente di energia rinnovabile intermittente come la solare ed eolica e la successiva erogazione per lunghi periodi di tempo. La nuova chimica delle batterie utilizza molecole organiche disciolte in acqua costituite da elementi abbondanti ed economici in grado di accumulare energia.

Infine, il premio Soluzioni Ambientali Avanzate, dedicato a ricerche sulla tutela di aria, acqua e terra e sulla bonifica di siti industriali, è stato assegnato a Paul Chirik della Princeton University, la cui ricerca di successo riguarda il campo della catalisi. Metalli quali Ferro e Cobalto possono sostituire i metalli nobili (Platino, Rodio, Palladio, ecc.) utilizzati nelle reazioni catalitiche nell’industria farmaceutica e nei prodotti di consumo, con ricadute positive economiche ed ambientali. Recentemente Chirik ha scoperto che i catalizzatori al Ferro da lui sviluppati sono in grado di riciclare il butadiene aprendo la strada a futuri sviluppi nel campo delle mitigazioni dell’impatto ambientale delle plastiche tradizionali.

Per la sezione Giovani Talenti dall’Africa, istituita nel 2017 in occasione del decennale di Eni Award e dedicata ai giovani talenti dal Continente Africano, il premio è stato assegnato a Emmanuel Kweinor Tetteh della Durban University of Technology e Madina Mahmoud della American University del Cairo. La proposta di Tetteh riguarda la valutazione di un processo che integra l’impiego di foto-catalizzatori innovativi con sistemi di trattamento biologico delle acque reflue e, al contempo, convertire la CO2 in combustibili. Il lavoro di Mahmoud è invece focalizzato sulla preparazione di membrane innovative per il trattamento delle acque di produzione.

Per il premio Giovane Ricercatore dell’Anno, che ogni anno premia due ricercatori under 30 che hanno conseguito il dottorato di ricerca in università italiane, i riconoscimenti sono stati assegnati a Alberto Pizzolato e Matteo Monai. Il primo, proveniente dal Politecnico di Torino, ha ideato e sviluppato metodi computazionali innovativi per la generazione di dispositivi energetici ad alte performance, basso costo ed elevata durabilità. Tali dispositivi sono ottenuti grazie a speciali algoritmi di ottimizzazione che li rendono capaci di auto-evolvere in architetture complesse ed efficienti. Il secondo, proveniente dall’Università degli Studi di Trieste, ha presentato una ricerca che consiste nello sviluppo di catalizzatori nanostrutturati a base di leghe metalliche di elementi non nobili, quindi a basso costo, per applicazioni in campo energetico, in particolare nella conversione delle biomasse a combustibili e prodotti chimici.

Nell'occasione sono stati consegnati anche i Riconoscimenti all'Innovazione Eni, che hanno premiato ricerche compiute da donne e uomini che lavorano in Eni: sistemi per aumentare sia la sicurezza che le prestazioni delle operazioni di perforazione; la sperimentazione di un efficiente convertitore giroscopico che consente di trasformare in energia il moto delle onde; la messa a punto di agenti software basati su tecnologia Machine Learning per ottimizzare la produzione di greggio e anticipare eventuali anomalie di funzionamento negli impianti mediante tecniche avanzate di Intelligenza artificiale e negoziazione.

"L'Italia è diventato per noi, non più un centro di produzione petroliera ma un centro di produzione tecnologico importantissimo". Ad affermarlo in occasione della cerimonia di premiazione degli Eni Award 2019 è l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi evidenziando come negli ultimi 4 anni "il gruppo ha investito 1 miliardo di euro sulla ricerca pura ai quali si aggiungono altri 3 miliardi per tutti i progetti che vanno dalla riduzione della Co2 all'economica circolare". Tutti i nostri centri di ricerca, rileva ancora Descalzi, "sono in Italia, i ricercatori sono in Italia e tutte le tecnologie proprietarie che abbiamo sviluppato le abbiamo sviluppato in Italia, le implementiamo a Gela o a Ravenna e poi le lanciamo in giro per il mondo".

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