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Riduzione IVA al 5% sulle bollette di luce e gas: quanto si risparmia?

15 ottobre 2019 | 14.01
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Riduzione IVA al 5% sulle bollette di luce e gas: quanto si risparmia?

In collaborazione con Compara Semplice.it

Il Governo ha ipotizzato l'inserimento, nella Legge di Bilancio 2020, di un provvedimento per la riduzione dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) sulle bollette di luce e gas dei consumatori. Ad oggi, l'incidenza dell'IVA sull'imponibile della fattura è del 10% e il piano sarebbe quello di portarla al 5%. L'obiettivo è di ridimensionare le spese ricorrenti delle famiglie, in modo da aumentarne il potere d'acquisto. Assieme agli altri provvedimenti annunciati dall'attuale Governo, la rimodulazione dell'IVA dovrebbe contribuire a riscattare l'Italia da quel rischio recessione che sembra sempre più reale.

Il risparmio che ne conseguirebbe, infatti, potrebbe offrire quella liquidità in più che potrebbe dare ossigeno ai consumi. Sempre che si parli di un risparmio sostanzioso e non un mero risparmio simbolico. Seguendo l'ipotesi al vaglio del legislatore, quale sarebbe, dunque, il risparmio reale da poter dirottare su altri acquisti? Per capirlo, lo abbiamo chiesto agli esperti di luce e gas di ComparaSemplice.it.

Bolletta luce: quanto si risparmia con l'IVA al 5%

Prendendo ad esempio il consumatore tipo per l'energia elettrica, così come definito dall'ARERA, parliamo di un contratto di fornitura per una casa in cui si ha la residenza e un contatore che eroga 3 kW a tariffa monoraria. Il consumo annuo stimato per una famiglia media è di 2.700 kWh. Tale consumatore tipo, servito in regime di maggior tutela (che, ricordiamo, si estinguerà a luglio 2020), paga attualmente una bolletta annua di 567,01 euro, comprensiva dell'IVA al 10%. Con la riduzione al 5%, il risparmio annuo sarebbe di circa 26 euro.

Passando al mercato libero dell'energia elettrica e prendendo in considerazione una delle offerte più vendute, lo stesso consumatore tipo deve pagare una bolletta annua di 574,35 euro e un'IVA al 10% di 52,21 euro. Con il dimezzamento dell'imposta sul valore aggiunto, il risparmio annuo non varierebbe di molto rispetto al mercato tutelato (26 euro).

Bolletta gas: quanto si risparmierebbe con l'IVA al 5%

Com'è facilmente intuibile, il consumo del gas metano a uso domestico varia sensibilmente da città a città. Soprattutto per chi utilizza la caldaia autonoma, i volumi di gas naturale prelevati dalla rete di distribuzione per la generazione di acqua calda sanitaria e, soprattutto, per il riscaldamento, differiscono in base alla zona climatica nella quale si trova l'utenza. Queste differenze su base territoriale sono parzialmente mitigate da una differenza di prezzo del gas a metro cubo. Calcolare il risparmio in bolletta del gas, nel caso dell'entrata in vigore del provvedimento che porta l'IVA al 5% non è così immediato.

Attualmente, sulla fornitura di gas metano gravano due aliquote sul valore aggiunto: al 10% sui primi 480 m3 di consumo, al 22% sul consumo successivo e sulle spese fisse. Finora, non è ben chiaro se l'IVA verrebbe ridotta su entrambi gli scaglioni, arrivando al 5% sui 480 m3 e al 10% sul restante, o se l'ipotesi è quella di ridurre solo il primo scaglione. In quest'ultimo caso, il risparmio sarebbe esiguo. Più interessante, invece, la riduzione di entrambe le aliquote, che potrebbe portare a un risparmio di più di 85 euro all'anno per il consumatore tipo (caldaia autonoma, residente, consumo annuo di 1.400 m3). Un risparmio in più dall'eliminazione dei costi fissi La determinazione dell'importo delle bollette di luce e gas è un calcolo complesso.

Come avranno notato soprattutto i consumatori titolari di un contratto di fornitura per una seconda casa e coloro che abitano da soli, la somma di costi fissi, delle tasse e degli oneri può superare l'importo a consumo. Una caratteristica che frustra il desiderio di risparmio attraverso l'oculatezza nei consumi. Gli slogan politici hanno puntato diverse volte l'attenzione sui costi non legati ai consumi che innalzano il valore delle bollette di luce e gas, promettendo di eliminarli.

Dichiarazioni che vanno in contro-tendenza rispetto alla riforma tariffaria in atto, che si concluderà il prossimo anno, eliminando il residuo di progressività che rimane nel calcolo degli oneri di sistema. Senza dubbio, un provvedimento volto a ridurre le spese fisse in bolletta, porterebbe a rafforzare l'intervento sulla riduzione dell'IVA per garantire un reale risparmio delle famiglie e una spinta reale alla competizione sulle tariffe proposte dal mercato libero.

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