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La scuola prepara al lavoro? Il pensiero degli italiani

15 ottobre 2019 | 17.04
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(Fotogramma)
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La scuola prepara al lavoro? È questa la domanda a cui vuole rispondere la ricerca “Giovani e lavoro” realizzata da Nestlé e presentata nel corso dell’incontro dal titolo “La scuola prepara al lavoro. Vero o falso? Ecco cosa ne pensano gli italiani”. Un appuntamento promosso in occasione dell’edizione 2019 della VET Week, la Settimana Europea della Formazione Professionale. Il livello d’insegnamento della scuola italiana soddisfa studenti, genitori e docenti, ma c’è la consapevolezza che possa migliorare nelle attività di preparazione dei giovani al loro ingresso nel mondo del lavoro.

Sono proprio quelle attività di formazione che fanno da ponte tra scuola e aziende, che, nonostante siano riconosciute come fondamentali per accompagnare i giovani nel loro futuro lavorativo, sono ritenute poco soddisfacenti dagli studenti stessi che ne prendono parte. Fra le principali esperienze formative vi sono l’Alternanza Scuola Lavoro (svolta dal 62% dei ragazzi), incontri in aula con professionisti (29%), visite in azienda (25%) e stage curriculari (24%).

Dai dati emerge quindi la volontà degli studenti di capire come funziona un’azienda attraverso percorsi che puntino sulla qualità formativa: non a caso, le esperienze più apprezzate dai ragazzi sono stage curriculari (79%) e visite ad aziende (70%).

Purtroppo però, nonostante anche i docenti riconoscano la necessità di una più stretta collaborazione con le aziende, alla fine, invece di portare i ragazzi in azienda, preferiscono portare le aziende in classe proponendo attività di stampo teorico, svolte in aula quali, ad esempio incontri con professionisti (86%) e incontri con esperti in risorse umane e formazione (82%) che non comportano un coinvolgimento attivo degli studenti.

La preoccupazione e la sfiducia riguardano soprattutto il mondo del lavoro italiano, registrate dal dal 50% dei genitori e dal 54% dei giovani che per questo prendono in considerazione (1 studente su 5) la possibilità di intraprendere la propria carriera professionale all’estero. Ci si aspetta dunque una futura classe di professionisti in movimento e senza un “posto fisso”: infatti, rispetto ai genitori che sono alla ricerca del “tempo indeterminato” per i loro figli (65%), la prima caratteristica che i giovani considerano per scegliere la loro professione o azienda è un buono stipendio (53%). Ulteriore aspetto su cui studenti, genitori e professori si trovano certamente d’accordo in un contesto caratterizzato da scarsità di offerta e precarietà economica generale, è la necessità di introdurre leggi che agevolino l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

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