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Fca-Peugeot, nasce nuovo colosso dell'auto

31 ottobre 2019 | 07.07
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Raggiunto l'accordo per la nascita di un nuovo gruppo guidato da Carlo Tavares e John Elkann. L'annuncio: "Fusione alla pari, nessuna chiusura stabilimenti". Patuanelli: "Chiederemo continuità investimenti in Italia"

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Via libera al nuovo colosso dell'auto mondiale Fca-Psa. ''Il Consiglio di Sorveglianza di Peugeot S.A. e il Consiglio di Amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles N.V. hanno concordato all'unanimità di lavorare a una piena aggregazione dei rispettivi business tramite una fusione paritetica (50/50). Entrambi i consigli hanno dato mandato ai rispettivi team di portare a termine le discussioni per raggiungere nelle prossime settimane un Memorandum of Understanding vincolante'', si legge in una nota congiunta.
''Il piano relativo all’aggregazione dei business di Groupe PSA e di FCA fa seguito a intense discussioni tra i management team delle due società. Entrambi condividono la convinzione che ci sia una logica convincente in una mossa così audace e decisiva, che creerebbe un gruppo leader nel settore con le dimensioni, le capacità e le risorse per cogliere con successo le opportunità e gestire efficacemente le sfide di questa nuova era della mobilità''.

''L'aggregazione proposta creerebbe il 4° costruttore automobilistico al mondo in termini di unità vendute (8,7 milioni di veicoli), con ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro e un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi di euro, sulla base dell’aggregazione dei risultati del 2018 ed escludendo Magneti Marelli e Faurecia. L’importante creazione di valore risultante dall’operazione è stimata in circa 3,7 miliardi di euro in sinergie annuali a breve termine. Tali sinergie deriverebbero principalmente da una più efficace allocazione delle risorse per gli investimenti di larga scala in piattaforme veicoli, sistemi di propulsione e tecnologie e dalla maggiore capacità di acquisto insita nella nuova dimensione del gruppo risultante dalla fusione. Tali stime di sinergie non si basano su alcuna chiusura di stabilimenti'', continua la nota.

''Si prevede che l’80% delle sinergie siano raggiunte dopo 4 anni. Il costo una tantum per raggiungere tali sinergie è stimato in 2,8 miliardi di euro -continua la nota congiunta Fca e Psa-. Gli azionisti di ciascuna società deterrebbero il 50% del capitale del nuovo gruppo risultante dalla fusione e, pertanto, i benefici derivanti dall’aggregazione sarebbero equamente divisi. L’operazione verrebbe effettuata in forma di fusione sotto una capogruppo olandese e la struttura di governance della nuova società sarebbe bilanciata tra gli azionisti, con una maggioranza di consiglieri indipendenti''.

''Il consiglio di amministrazione sarebbe composto da 11 membri. Cinque membri del consiglio di amministrazione sarebbero nominati da FCA (incluso John Elkann in qualità di Presidente) e cinque da Groupe PSA (incluso il Senior Independent Director e il Vice Presidente). Carlos Tavares sarebbe Chief Executive Officer, oltre che membro del Consiglio di Amministrazione, per un mandato iniziale di cinque anni''. Le stime di sinergie, sottolinea la nota, non si basano su alcuna chiusura di stabilimenti.

''La nuova capogruppo con sede in Olanda sarebbe quotata su Euronext (Parigi), Borsa Italiana (Milano) e al New York Stock Exchange e continuerebbe a mantenere una importante presenza nelle attuali sedi operative centrali in Francia, Italia e negli Stati Uniti - spiega ancora la nota congiunta -. Lo statuto della nuova società risultante dalla fusione dovrebbe prevedere che il sistema di loyalty voting operi in modo tale da non assegnare a alcun azionista voti in Assemblea in misura eccedente il 30%4 del totale voti espressi. Si prevede inoltre che non ci sia alcun trasferimento dei diritti di doppio voto esistenti, ma che i nuovi diritti di doppio voto speciale maturino dopo un periodo di detenzione delle azioni di tre anni dal perfezionamento della fusione''.

''Un periodo di standstill di 7 anni a partire dal perfezionamento della fusione troverebbe applicazione in relazione alle partecipazioni azionarie di EXOR N.V., Bpifrance Participations SA, DFG e la famiglia Peugeot. EXOR, Bpifrance Participations e la famiglia Peugeot sarebbero inoltre soggetti ad un periodo di lock-up di 3 anni in relazione alle rispettive partecipazioni. Unica eccezione, alla famiglia Peugeot sarebbe concesso di aumentare del 2,5% la propria partecipazione nella società risultante dalla fusione nei primi 3 anni successivi al closing, esclusivamente acquisendo azioni da Bpifrance Participations e DFG'', continua la nota.

''Prima del perfezionamento dell’operazione, FCA distribuirebbe ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro, nonché la propria partecipazione in Comau. Inoltre, sempre prima del perfezionamento dell’operazione, Peugeot distribuirebbe ai propri azionisti la partecipazione del 46% detenuta in Faurecia. Ciò consentirebbe agli azionisti del gruppo risultante dalla fusione di condividere equamente le sinergie e i benefici derivanti da una fusione, riconoscendo nel contempo il valore significativo della piattaforma differenziata di FCA in Nord America e la sua forte posizione in America Latina, compresi i suoi margini ai vertici del settore in quelle regioni. Ciò rifletterebbe anche il valore aggiunto che i marchi globali di fascia alta di FCA, Alfa Romeo e Maserati, apporterebbero grazie al loro notevole potenziale di sviluppo. Il portafoglio esteso coprirebbe tutti i segmenti di mercato con marchi iconici e prodotti competitivi basati su piattaforme razionalizzate e sull’ottimizzazione degli investimenti'', spiega la nota.

''La proposta sarebbe sottoposta al processo di informazione e consultazione dei competenti organismi di rappresentanza dei lavoratori e soggetta alle consuete condizioni di closing, tra cui le approvazioni finali da parte dei rispettivi consigli di amministrazione del Memorandum of Understanding vincolante e l’accordo sulla documentazione definitiva'', conclude la nota Fca-Psa.

ELKANN - ''C'è ancora molto da fare per formalizzare il progetto" scrive il presidente di Fca, John Elkann, in una lettera scritta ai dipendenti del gruppo automobilistico in merito all'annunciata fusione con Psa. "Ma sono già positivamente colpito dallo spirito e dall'energia che ho visto nei team di entrambe le aziende mentre lavoravano per raggiungere quella che diventerebbe un'unione di trasformazione profonda''. ''Vedo l'opportunità di creare qualcosa di davvero speciale insieme - aggiunge - un gruppo che riunisce le capacità, l'intelligenza e la passione di due aziende forti e di successo, attingendo il meglio da entrambe. Il nostro obiettivo comune è quello di creare un gruppo leader nella mobilità sostenibile, in grado di cogliere le tante opportunità di una nuova era'', scrive ancora Elkann. ''Abbiamo lavorato molto per garantire un reale equilibrio nella governance e nella gestione del gruppo che stiamo progettando, cercando di identificare e riconoscere in maniera adeguata i punti di forza di entrambi i partner''. ''Queste due aziende, prese da sole, sono straordinarie; ma insieme, possiamo fare ancora di più per soddisfare l'esigenza in rapida evoluzione di prodotti innovativi e nuove soluzioni per la mobilità", sottolinea ancora Elkann.

TAVARES - "Questa convergenza crea un significativo valore per tutti gli stakeholder e apre a un futuro brillante per la società risultante dalla fusione. Sono soddisfatto del lavoro fatto finora con Mike e sarò molto felice di continuare a lavorare con lui per costruire insieme un grande gruppo". E' il commento di Carlos Tavares, l'ad di Psa e prossimo Ceo di Fca-Psa.

MANLEY - "Sono contento di avere l'opportunità di lavorare con Carlos e il suo team su questa aggregazione che ha il potenziale di cambiare il settore. Abbiamo una lunga storia di cooperazione di successo con Groupe PSA e sono convinto che, insieme a tutte le nostre persone, potremo creare una società leader nella mobilità a livello globale". Lo sottolinea il Ceo di Fca Mike Manley.

"Ci stiamo muovendo verso una fusione paritetica con Groupe Psa con l’obiettivo di creare un gruppo leader a livello mondiale, che avrà dimensioni, talento e risorse per competere e vincere in un’industria in trasformazione", scrive il ceo di Fca in una lettera ai dipendenti per spiegare le ragioni dell'aggregazione con il gruppo automobilistico francese.

"Ci auguriamo - continua la lettera - di portare a termine i nostri colloqui e raggiungere un Memorandum of Understanding nelle prossime settimane. Dopo di che, ci vorrà un po’ di tempo per accordarci sulla documentazione finale e completare le necessarie consultazioni e ottenere l’approvazione degli azionisti. Nel frattempo, è di vitale importanza che continuiamo a lavorare come un gruppo forte e indipendente, realizzando il nostro piano industriale e raggiungendo i risultati che abbiamo fissato". "Unire aziende e culture è qualcosa che sappiamo fare bene. Fca è il frutto della nostra capacità di trasformare le differenze in punti di forza, abbracciare la sfida della diversità e puntare insieme verso i risultati. L’unione che abbiamo in mente con Groupe Psa si baserà su questo successo", assicura Manley.

LA MAIRE - "Questa operazione risponde alla necessità per il settore auto di consolidarsi per far fronte alle sfide della mobilità del futuro. Permetterebbe la creazione del quarto gruppo auto mondiale”. Così il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire in una nota accogliendo “favorevolmente l’avvio delle trattative in esclusiva tra Fca e Psa per creare un leader mondiale del settore”. La Francia, aggiunge, “deve essere orgogliosa della sua industria auto che ha fatto la dimostrazione della sua capacità di ricerca e di innovazione tecnologica, in particolare nell’ambito della mobilità elettrica e ibrida”. In questo nuovo scenario, rileva, Fca e Psa "con i loro partner rispettivi si collocherebbero così tra i primi 4 costruttori auto".

CONTE - “Non posso giudicare l’accordo visto che non conosco dettagli e contenuti. Quel che ci preme, come governo, e che venga garantita la produttività in Italia, quindi la continuità aziendale, se ci sono economia di scale ben vengano. Ma l’importante è che garantiamo il livello di occupazione qui in Italia”. Così il premier Giuseppe Conte, arrivando a Confitarma, commenta l’accordo tra Fiat-Chrysler e Peugeot.

“Non siamo riusciti a parlarci, c’è stato un contatto telefonico mancato con i vertici Fiat - ci aggiorneremo con i vertici, con John Elkann per conoscere i dettagli di quest’operazione, fermo restando che è un’operazione di mercato fermo restando che il Governo non può rimanere indifferente rispetto a un progetto industriale così importante”.

Rispetto alla sede in Olanda, “si tratta di una decisione presa un po’ di tempo fa - dice ancora Conte - Quel che posso dire é che ho scritto, prima delle elezioni europee, una lettera che ho indirizzato sia ai rappresentanti europei che ai miei omologhi”. Il senso della missiva, ricorda il premier “é che noi dobbiamo lavorare affinché, in uno spazio comune europeo, non ci siano agevolazioni fiscali tali da rappresentare delle forme indirette di concorrenza sleale”.

SAPELLI - "Una mossa giusta e inevitabile ma piena di incertezze". Così Giulio Sapelli, economista e a lungo professore di Storia economica all'Università Statale di Milano definisce l'accordo di fusione fra Fca e Peugeot. La fusione fra i due gruppi, spiega Sapelli contattato dall'Adnkronos, "era inevitabile, vista la profonda trasformazione che sta vivendo il settore dell'auto. Anche per l'affacciarsi dell'elettrico come sistema di propulsione di massa, il punto di break even si è drammaticamente alzato da 6 a 8 milioni di vetture" La fusione con Renault, tentata dai vertici di Fca nei mesi scorsi, "era più improbabile e non è andata in porto, anche per la complessità dell'azionariato del gruppo francese". L'integrazione con Peugeot era "in qualche modo inevitabile e anche Umberto Agnelli aveva indicato in Peugeot Citroen come uno dei possibili sviluppi per Fiat". La fusione "non avrà cattive conseguenze" e se c'è un problema di sovraccapacità "è perché tassiamo il diesel e puntiamo sull'elettrico". Il problema, continua l'economista, "è dovuta all'incertezza", anche a livello delle politiche industriali. Fca beneficerà dell'operazione anche perché il livello dei suoi manager "è molto basso, mentre Carlos Tavares è un manager in gamba che ha fatto miracoli, come anche Carlos Ghosn. I 'francesi', i manager che lavorano per i gruppi francesi, sono bravissimi e per la managerialità di Fca sarà una boccata di aria fresca", conclude Sapelli.

SCARPA - La fusione con Peugeot è "estremamente positiva" per Fca, perché va a colmare alcune lacune di produzione del gruppo italoamericano, come quella sull'elettrico, e perché porta competenze manageriali di qualità, a partire dal ceo Carlos Tavares. E' il giudizio di Carlo Scarpa, professore di Economia politica all'Università di Brescia ed esperto di industria, energia e trasporti, contattato dall'Adnkronos. La scelta di Psa, continua, "fa bene a Fca ed è una buona scelta, migliore dell'opzione Renault. Peugeot, ad esempio, è ben posizionata in alcuni segmenti innovativi in cui Fca è assente, come l'elettrico". Inoltre il ceo del gruppo francese, il portoghese Tavares, è "indubbiamente bravo e anche su questo punto Fca ha fatto un buon affare". Infine la fusione, aggiunge Scarpa, "porta in qualche modo a compimento i piani di Marchionne, che aveva visto il consolidamento in atto nel settore e la necessità di razionalizzare le strutture". Il mercato europeo dell'auto è in difficoltà e la fusione fra Fca e Peugeot presenta problemi di sovracapacità e sovrapposizioni, che renderanno necessaria una razionalizzazione della produzione. La fusione fra i due gruppi è positiva per i mercati extraeuropei, perché, spiega Scarpa, "Peugeot è forte in Estremo Oriente e Fca è meglio posizionata in Nord America. Resta invece un interrogativo rispetto all'Europa, un mercato non brillante e con prospettive poco incoraggianti". In Europa, continua l'economista, "c'è e si presenterà un problema di sovraccapacità e immagino che il nuovo gruppo dovrà razionalizzare qualche cosa", con la chiusura o lo snellimento di produzioni e stabilimenti. "Il rischio c'è e il gruppo dovrà procedere a ritocchi non banali". E' ancora presto però per dire "se la razionalizzazione colpirà l'Italia. Il rischio c'era già quando la Fiat era tutta italiana, c'era poi quando è diventata Fca, mezza americana, e ci sarà ancora di più adesso. Il problema non è solo la perdita del radicamento nazionale, ma -conclude Scarpa- la necessità di procedere a una razionalizzazione" su un mercato poco brillante.

BERTA - Dopo la fusione fra Fca e Psa "in Europa ci saranno sovraccapacità e sovrapposizioni di marchi e attività. E' inevitabile che ci saranno tagli agli impianti e all'occupazione nel medio e nel lungo termine". E' la previsione di Giuseppe Berta, professore di Storia contemporanea all'Università Bocconi di Milano, storico dell'industria ed esperto del gruppo Fca, contattato dall'Adnkronos. "Nell'azionariato di Psa -ricorda Berta- c'è lo Stato francese e Opel è un pezzo del sistema industriale tedesco. E' un pensiero fin troppo positivo quello secondo cui in Italia non succederà niente". Un taglio a produzione e occupazione sarà dovuto anche alla maggiore produzione di auto elettriche e, visto che "le auto elettriche hanno un numero inferiori di componenti, ci sarà di conseguenza una riduzione della subfornitura e della componentistica" in Italia, sottolinea Berta. La componentistica italiana "che ha già forti legami con l'industria automobilistica francese e tedesca dovrà lavorare per rafforzare ulteriormente questi legami. I sistemi locali di produzione si dovranno dare una bella mossa per intensificare i legami con i produttori finali fuori dall'Italia" conclude l'economista.

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