"Non mette il Paese al riparo da shock"
Nella manovra "preoccupa la proliferazione di micro-tasse". Così il direttore dell'Osservatorio sui conti Carlo Cottarelli in audizione davanti le commissioni Bilancio riunite al Senato sulla manovra, sottolineando la necessità di ridurre la pressione fiscale. La manovra "non cambia in peggio i conti pubblici ma non li cambia neanche in meglio" e non stabilisce "una strategia di crescita", anche se "non dovrebbe creare grossi problemi rispetto alle regole Ue". "Non conosciamo ancora il giudizio Ue ma quello che conta per Bruxelles è stare il sotto 3% e la variazione strutturale del deficit rispetto all'anno precedente". In questa cornice, lo scorso anno lo scostamento dall'aggiustamento strutturale era di circa 1,5 punti percentuali, quest'anno è 0,5 punti secondo il Governo, secondo la Commissione Ue 0,9 punti e questo è abbastanza vicino al margine di flessibilità previsto dalle regole Ue", spiega Cottarelli.
La manovra, aggiunge, "non mette i conti al riparo da shock mondiali". In caso di "uno shock che mandi l'Ue in recessione dell'1-2%", si eroderebbe l'avanzo primario che facilmente "diverterebbe deficit e quindi aumento debito". Uno dei problemi maggiori del nostro Paese è l'evasione. Cottarelli ricorda che il rapporto Giovannini indica 109, ma considerando tutte le tasse e i contributi evasi si sale "a 130 miliardi". Per quanto riguarda Quota 100 ''uno dei motivi per cui ero contrario", dice Cottarelli, "era che accentuava il problema di equità intergenerazionale". "La sua eliminazione, adesso, visto il limitato guadagno in termini di risparmio di spesa, e visto il possibile problema di esodati, io stesso non la farei''. ''Siamo troppo avanzati per intervenire su questa cosa'', conclude.