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Confindustria: "Con plastic tax +109 euro di spesa famiglie"

11 novembre 2019 | 15.59
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La dg Panucci: "E' una leva per rastrellare risorse"

Foto Fotogramma - FOTOGRAMMA
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La plastic tax "non comporta benefici ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti e rappresenta unicamente una leva per rastrellare risorse (circa 1,1 miliardi nel 2020, 1,8 nel 2021 e 1,5 nel 2022)". Così Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria in audizione sulla legge di Bilancio davanti del commissioni Bilancio riunite al Senato.

"Pur dando atto al Governo di aver avviato, ora, un confronto con gli attori interessati, si evidenzia che la plastic tax: danneggia pesantemente un intero settore produttivo, che è il secondo in Europa, con effetti negativi anche per la chimica e per i comparti industriali utilizzatori di imballaggi (ad esempio alimentare e delle bevande); rappresenta una sorta di doppia imposizione, dunque ingiustificata sia sotto il profilo ambientale che economico-sociale, in quanto le imprese già oggi pagano il contributo ambientale Conai per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica; determina un aumento medio pari al 10% del prezzo di prodotti di larghissimo consumo, contribuendo a indebolire la domanda interna; ha un impatto sulla spesa delle famiglie stimabile in circa 109 euro annui", afferma.

Più in generale la manovra, secondo Panucci, contiene "alcuni interventi positivi" ma "è nel complesso insufficiente rispetto alle esigenze del Paese e rischia di non incidere in modo efficace sulla situazione di sostanziale stagnazione dell’economia". "Prima ancora delle singole criticità" la manovra "non traccia un disegno di politica economica capace di invertire la tendenza negativa delle aspettative degli imprenditori e dei potenziali investitori, nazionali ed esteri. Anzi, in alcuni casi, produce un effetto opposto", avverte Panucci. "Senza migliori aspettative, è difficile immaginare un’accelerazione degli investimenti privati e, senza quest’ultima, qualsiasi ripresa sarebbe comunque effimera".

"Al di là di alcune importanti misure di sostegno alle imprese (per esempio Industria 4.0; incentivi ristrutturazioni ed efficienza energetica; credito d’imposta Sud) e della disattivazione delle clausole di salvaguardia, manca - insiste Panucci - una visione di politica economica coerente con gli obiettivi auspicati dal mondo produttivo".

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