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Ue-Colombia, è guerra delle patatine fritte

15 novembre 2019 | 13.41
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L'Europa trascina Bogotà davanti a Wto per i dazi sulle 'frites' surgelate

(Fotogramma)
(Fotogramma)

E' guerra delle patatine fritte tra Bruxelles e Bogotà. L'Ue ha deciso di 'fare causa' alla Colombia davanti all'Organizzazione Mondiale del Commercio per i dazi antidumping "illegali" imposti dal Paese latinoamericano sulle patatine fritte surgelate importate dal Belgio, dalla Germania e dai Paesi Bassi.

"Malgrado numerosi interventi con la Colombia perché rimuovesse le misure ingiustificate - ha detto la commissaria europea al Commercio Cecilia Malmstroem - non abbiamo ricevuto una risposta soddisfacente. Per questo stiamo lanciando una causa presso la Wto. L'Ue continuerà a utilizzare il sistema commerciale multilaterale per far applicare le regole, quando altri le violano".

Le misure anti dumping decise dalla Colombia un anno fa per proteggere la produzione nazionale di patatine fritte surgelate, secondo la Commissione, sono illegali sia nella sostanza che per la procedura adottata per farle entrare in vigore. I dazi si applicano alle patatine fritte surgelate importate dall'Europa per un periodo di due anni, e vanno dal 3% all'8% del prezzo; si tratta di dazi "ingiustificati", secondo l'Ue, che colpiscono circa l'85% delle esportazioni Ue in Colombia, per un valore di 19 mln di euro l'anno.

Il sistema di risoluzione delle dispute della Wto prevede un periodo di 60 giorni di consultazioni, durante i quali Ue e Colombia potranno negoziare una soluzione. Se la disputa non viene risolta così, allora l'Ue può chiedere che la Wto formi una giuria per decidere sulla questione. A chiedere a gran voce l'intervento della Commissione Europea era stato il Belgio, per il quale le 'frites', fritte e rifritte per due volte nel grasso, a due temperature diverse, sono un motivo di orgoglio nazionale, al pari della birra e delle praline al cioccolato.

"Abbiamo un vero problema con la Colombia in materia di antidumping e un vero problema con le 'frites'", ha detto il ministro degli Esteri belga Didier Reynders la settimana scorsa, riporta Europe 1. La Commissione, ha spiegato il portavoce per il Commercio Daniel Rosario oggi durante il briefing con la stampa a Bruxelles, "ha tentato più volte, con una ventina di interventi a livello sia politico che di servizi, di evitare questa decisione. Malgrado tutto, la Colombia ha deciso di andare avanti. Ora - ha concluso - speriamo che si ritorni alla situazione originaria e che Bogotà elimini le misure che ha imposto".

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