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Istat, in Italia l'11% delle mamme non ha mai lavorato

18 novembre 2019 | 13.06
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Valore molto oltre la media europea (3,7%). Nel Mezzogiorno il problema riguarda una donna su cinque con almeno un figlio

(Foto Fotogramma)  - FOTOGRAMMA
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L’11,1% delle donne con almeno un figlio non ha mai lavorato per prendersi cura dei figli, un valore decisamente superiore alla media europea (3,7%). A dirlo il Report Conciliazione lavoro e famiglia anno 2018 dell'Istat. Nel Mezzogiorno, una donna su cinque con almeno un figlio dichiara di non aver mai lavorato per potersene prendere cura. In questa stessa area del Paese si registra anche la quota più alta di donne che dichiarano di non lavorare per motivi non legati alla cura dei figli (12,1% rispetto al 6,3% della media italiana e al 4,2% della media europea). Le differenze sono evidenti al variare del titolo di studio. Tra le madri con almeno la laurea, sono decisamente più basse le quote di quelle che non hanno mai lavorato in generale e, in particolare, per prendersi cura dei figli, mentre è più elevata la quota di quelle che hanno avuto una interruzione lavorativa.

Nel 2018, il 22,5% degli occupati con figli di 0-14 anni ha dichiarato di aver apportato un cambiamento nel lavoro attuale per prendersi cura dei figli (cambiamento o riduzione dell’orario, cambiamento di lavoro o altra modifica). Se padri e madri riportano problemi di conciliazione in ugual misura, sono soprattutto le donne ad aver modificato qualche aspetto della propria attività lavorativa per meglio combinare il lavoro con le esigenze di cura dei figli: il 38,3% delle madri occupate, oltre un milione, ha dichiarato di aver apportato un cambiamento, contro poco più di mezzo milione di padri (11,9%). La quota è più alta tra le occupate residenti al Centro-nord (41%), tra quelle con due o più figli minori di 15 anni (41,2%) o con figli in età prescolare (42,6%).

Per i padri la quota di chi ha rivisto il proprio impegno lavorativo è superiore alla media al Centro-nord (12,7%), tra gli indipendenti (18,9%) e tra chi svolge una professione qualificata (18%) mentre al massimo raggiunge il 10% nel Mezzogiorno, tra i dipendenti, gli operai e gli occupati in professioni non qualificate. Le principali modifiche riguardano la riduzione o il cambiamento dell’orario di lavoro.

Complessivamente in Italia nel 2018 sono 12 milioni 746 mila le persone tra i 18 e i 64 anni (34,6%) che si sono prese cura dei figli minori di 15 anni o di parenti malati, disabili o anziani. Tra queste, i genitori con i figli minori di 15 anni sono oltre 10 milioni e 500 mila, quasi il 29% dei 18-64enni. La quota è maggiore nella fascia di età tra i 35 e i 44 anni (59,9%) e tra gli occupati (33,7%). Nella maggior parte dei casi i figli sono coabitanti, mentre sono 353 mila i genitori (di 18-64anni) che si occupano regolarmente di figli minori di 15 anni non coabitanti (fra questi sono compresi anche coloro che hanno figli sia in casa sia fuori casa). Quest’ultima è una situazione che riguarda più gli uomini delle donne (1,7% rispetto a 0,2%), i 35-54enni (1,5%) e gli attivi (1,2%).

Le persone che assistono regolarmente figli o altri parenti di 15 anni e più in quanto malati, disabili o anziani sono oltre 2 milioni e 800 mila (7,7%). È una responsabilità di cura che grava sul 9,4% delle donne di 18-64 anni e sul 5,9% degli uomini. La quota è maggiore tra gli individui di 45-64 anni (12,2%) e tra gli inattivi (9%). Sono quasi 650 mila le persone che si prendono cura contemporaneamente di figli minori di 15 anni (coabitanti e non) e di altri familiari malati, disabili o anziani di 15 anni e più: l’1,9% delle donne di 18-64 anni e il 3% della popolazione nella fascia di età 35-54 anni.

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