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Contraffazione in crescita, 1 su 3 compra falso

26 novembre 2019 | 11.21
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Tra prodotti più acquistati in testa vestiti e scarpe. Sangalli: "Indebolisce made in Italy sovvenzionando criminalità"

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Il trend della contraffazione è in continua crescita: nel 2019 quasi un consumatore su tre (30,5%) ha acquistato un prodotto contraffatto o usufruito di un servizio illegale (+3,7 punti percentuali rispetto al 2016 e +4,9 punti in confronto al 2013). È quanto emerge dall’indagine di Confcommercio su illegalità, contraffazione e abusivismo presentata in occasione della Giornata nazionale ‘Legalità ci piace!’. A illustrare i dati sui costi e gli effetti dell'illegalità per le imprese con un focus sulla contraffazione e l'abusivismo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella.

"Il focus di questa edizione sarà centrato su contraffazione ed abusivismo, due piaghe che certo penalizzano in particolare i nostri settori, ma che indeboliscono tutta la filiera del Made in Italy e la salute del sistema Paese, sovvenzionando le catene della criminalità organizzata. Questi fenomeni, inoltre, hanno anche una preoccupante ‘ricaduta sociale’ che è difficile da quantificare ma non è meno pesante da valutare", ha detto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli nel suo intervento. "Perché contraffazione ed abusivismo spingono ad abbassare l’asticella della qualità della vita e degli acquisti, rendendo le persone più povere culturalmente, più fragili nelle scelte e più esposte in termini di salute, consumi e abitudini", aggiunge Sangalli.

Rispetto ai prodotti contraffatti più acquistati e l’utilizzo del web risulta in aumento rispetto al passato l’acquisto illegale di abbigliamento (+9,4 punti sul 2016), prodotti farmaceutici (+2,8), prodotti di intrattenimento (+1,5), pelletteria (+0,4), e giocattoli (+0,3). In crescita l’utilizzo del web in prevalenza per: giocattoli (+12,1 punti), prodotti di pelletteria (+10,5) e capi di abbigliamento (+9,0). Attraverso il web passa gran parte dell’intrattenimento (89% della musica, film, abbonamenti tv, etc.) e quasi la metà (47,9%) dei servizi turistici (alloggio, ristorazione, trasporti) illegali.

Per la maggior parte dei consumatori l'acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato a motivi di natura economica (82%) ed è ritenuto "normale" (73%). Oltre il 90% dei consumatori è consapevole dei rischi dell'acquisto illegale e degli effetti negativi di questo fenomeno (in diminuzione rispetto al 96% del 2016).

Secondo la fotografia scattata dall’indagine l’identikit del consumatore ‘illegale' ha dai 25 anni in su, risiede principalmente al Sud (per il 43,7%), ha un livello d’istruzione medio-basso (per il 77,2%), è soprattutto impiegato, pensionato o operaio (per il 69,7%). Il 66,8% dei consumatori è informato sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative in caso di acquisto di prodotti contraffatti.

Passando alle le imprese del terziario di mercato, l’indagine evidenzia che i fenomeni criminali percepiti più in aumento sono contraffazione (34,8%), abusivismo (34%), furti (29%) e rapine (25%). La concorrenza sleale (60,8%) e la riduzione del fatturato (37,8%) sono invece gli effetti ritenuti più dannosi. Per quanto riguarda infine la piaga del taccheggio, il 69,3% delle imprese del commercio al dettaglio ne è stato vittima almeno una volta, un dato più forte nel Nord Ovest (75,5%) e nel Centro (73,6%). Sostanzialmente stabile la percentuale di imprese che ne ravvisano un incremento (24,1% nel 2019 in confronto al 23,2% del 2016). Il 55,8% degli esercizi commerciali, infine, si è dotato di misure anti-taccheggio (+3,2 punti rispetto al 2016) tra dispositivi anti-taccheggio e formazione del personale.

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