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Manovra, giro di vite su Imu e prima casa

08 dicembre 2019 | 08.03
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Ogni nucleo familiare potrà indicare una sola abitazione principale sulla quale non pagare l'Imu. Novità anche per enti locali e diffusione della cultura italiana all'estero. E arriva il decreto Alitalia

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Non solo decreto Alitalia. Con il pacchetto di emendamenti dei relatori alla manovra economica, arriva anche un giro di vite sulle prime case 'fittizie'. Con la modifica proposta, ogni nucleo familiare potrà indicare una sola abitazione principale sulla quale non pagare l'Imu. L'obiettivo è quello intervenire sulle case turistiche, spesso considerate come abitazione principale a causa dello spostamento fittizio della residenza di uno dei due coniugi. La possibilità di permettere ad alcuni nuclei famigliari, si legge nella relazione, di avere due nuclei principali, una nel comune di residenza di un coniuge e l'altra in quella di residenza dell'altro coniuge, appare discriminatoria anche sotto il profilo costituzionale.

Modifiche in arrivo in materia di riforma della riscossione degli enti locali. Viene resa "esplicita la persistente possibilità per le aziende pubbliche di gestione e riscossione delle entrate locali di continuare ad incassare direttamente le entrate cui sono preposte". Al comma dell'articolo (96) che estende anche agli enti locali l'utilizzo dell'accertamento esecutivo fino ad oggi riservato esclusivamente all'agente della riscossione, una delle principali novità della riforma della riscossione locale, vengono introdotte alcune modifiche per adeguarne l'operatività alle specificità della riscossione locale. Ad esempio, viene chiarito che è possibile utilizzare l'accertamento esecutivo in vigore dal primo gennaio 2020 anche per le quote relative ad annualità precedenti non ancora prescritte o anche precisa la natura facoltativa per gli enti locali dell'utilizzo dell'accertamento in adesione.

Con il pacchetto di emendamenti, arrivano risorse per favorire la promozione e la diffusione della cultura italiana all'estero. Vengono infatti assegnati specifici contributi per il funzionamento di teatri di proprietà dello Stato all'estero, autorizzando la spesa di 500 mila euro annui a decorrere dal 2020.

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