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Bce, il debutto del 'gufo' Lagarde

12 dicembre 2019 | 14.11
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Tassi fermi nella prima riunione. La presidente: "Sarò me stessa, niente paragoni". Poi l'annuncio di una "revisione della strategia"

Christine Lagarde (AFP)
Christine Lagarde (AFP)

Nessuna decisione di politica monetaria - tassi fermi, come prevedibile - ma l'annuncio di voler mettere mano alla revisione strategica dell'Eurotower e un monito ai giornalisti (e ai mercati): "Non sono né un falco né una colomba, al limite un gufo, che è simbolo di saggezza. Io ho il mio stile, sarò me stessa e quindi differente". Insomma, niente paragoni con Mario Draghi e - se possibile "nessun retropensiero o eccesso di interpretazione". Si è presentata così, con molti sorrisi, frasi a effetto e uno degli immancabili foulard che ne contraddistinguono lo stile, Christine Lagarde alla prima conferenza stampa post-Consiglio direttivo.

La nuova presidente della Bce ha ribadito comunque il mantra delle dichiarazioni conclusive (l'invito a completare l'Unione monetaria, l'annuncio dell'accomodamento monetario 'a lungo', la richiesta ai governi a fare le riforme necessarie) e ha snocciolato le nuove stime dello staff macroeconomico in uno scenario che è "di una crescita debole sebbene ci siano segni iniziali di stabilizzazione nel rallentamento" dell'economia dell'Eurozona. Le nuove previsioni comunque hanno "rivisto leggermente al ribasso" la crescita dell'Eurozona per il 2020, che ora si attesta all'1,1% mentre quest'anno dovrebbe essere dell'1,2% e nel biennio 2021-22 si attesterà all'1,4%. Quanto all'inflazione, quest'anno scenderà all'1,1%, mentre nel 2020 dovrebbe salire all'1,2% e poi accelerare nel biennio successivo rispettivamente all'1,4 e 1,6%.

Dunque, neppure nel 2022 la Bce dovrebbe avvicinarsi al target del 2% fissato nel suo mandato. Uno scenario che fa parlare apertamente di 'japanisation' dell'economia europea, ma che la Lagarde contesta apertamente. Gli interventi di stimolo, ha spiegato, non hanno impatti negativi sul credito: "Registriamo ancora un'espansione del credito non una contrazione. Certo, la crescita è debole ma non penso" che l'Eurozona si stia 'giapponesizzando', cioè con una politica monetaria allentata senza una ripresa dell'inflazione né una crescita robusta. Con un rialzo dei tassi neppure ipotizzabile al momento, in prospettiva, dunque, l'elemento di maggiore interesse della presidenza Lagarde si preannuncia la revisione della strategia dell'Eurotower. Un processo necessario (e in atto anche in altre banche centrali): "L'ultima revisione - ha ricordato - è stata nel 2003, quindi è legittimo riconsiderarla". "Deve essere una revisione globale, nella quale - si è impegnata la Lagarde - ascolteremo tutti, che dovrà affrontare tutti i temi, i cambiamenti intervenuti in questi 16 anni, incluse tecnologie e cambiamenti climatici. Analizzeremo quale strumento ha funzionato meglio di altri, ma senza distinzione fra misure ordinarie e straordinarie".

"Richiederà tempo, ma non troppo. Il mio piano - ha spiegato - è di fare partire questa revisione a gennaio e di concluderla entro fine 2020". Comunque, ha precisato, "non c'è niente di già prefissato ad oggi", anche perché prima la nuova presidente dovrà costruire il consenso nel Consiglio Direttivo, dopo le lacerazioni emerse negli ultimi mesi. E anche perché - lontano dalla Bce - l'Europa si sta dividendo sulla riforma del Mes: un dibattito nel quale la Lagarde non vuole farsi coinvolgere. Anche se - spiega prima di augurare a tutti 'Buon Natale o qualunque cosa voi festeggiate' - il Meccanismo europeo di Stabilità "non vuole creare problemi o danneggiare nessun paese, pensare questo è totalmente fuorviante". "Se lo avessimo avuto allo scoppio della crisi greca avremmo potuto gestirla insieme e in modo più rapido", conclude.

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