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Energia, on line nuovo numero newsletter Gme

16 dicembre 2019 | 13.51
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Energia, on line nuovo numero newsletter Gme

È online, scaricabile dal sito www.mercatoelettrico.org, il nuovo numero della newsletter del Gestore dei Mercati Energetici (Gme). La newsletter si apre con un intervento di Lisa Orlandi e Chiara Proietti Silvestri del RIE sulle previsioni degli scenari energetici degli ultimi dieci anni. Si parte dal World Energy Outlook "considerato il punto di riferimento tra gli scenari energetici mondiali di medio-lungo periodo". "Elaborato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) sin dal 1977, oltre a descrivere gli sviluppi energetici attesi, rappresenta anche un importante strumento di conservazione della memoria storica, affiancando al dato previsivo la descrizione della situazione corrente”, hanno sottolineato le due analiste del RIE.

“Andando a scomporre per fonte la domanda corrente e quella prevista nello scenario centrale – hanno proseguito Orlandi e Proietti Silvestri –, si nota un sostanziale allineamento tra le proiezioni degli ultimi 10 anni a conferma del fatto che sussistono trend strutturali difficilmente modificabili se non in un arco di tempo più lungo. Tuttavia – hanno avvertito Orlandi e Proietti Silvestri –, è indubbio che all’interno di queste tendenze si stiano concretizzando importanti trasformazioni che potrebbero determinare nel prossimo futuro accelerazioni nello sviluppo di alcune tecnologie energetiche e tradursi in cambi di rotta influenti”.

Secondo le due ricercatrici del REF, il dato strutturale degli scenari energetici è la fame di energia nel mondo: "Nel periodo 2007-2018, il consumo di energia su scala mondiale è aumentato di oltre 2 miliardi di tonnellate equivalente petrolio (tep) – da 12 nel 2007 a 14,3 nel 2018 – con un tasso di crescita medio annuo dell’1,6%. Tuttavia, si è assistito ad un rallentamento della crescita della domanda di energia rispetto al passato, con ritmi ben al di sotto di quelli registrati nei decenni precedenti. Indubbiamente diversi fattori contingenti hanno giocato un ruolo importante, primo fra tutti la grave crisi economica del 2008, ma non solo: la presenza di dinamiche di più lungo termine, come i miglioramenti in efficienza energetica, fanno presagire che questo rallentamento della crescita proseguirà anche in futuro".

In tale contesto permane, comunque, la centralità delle fonti fossili "che non scendono sotto la soglia dell’80% del mix energetico nel periodo considerato (2007-2018) – hanno evidenziato Orlandi e Proietti Silvestri –. Restano protagoniste anche nel medio termine, rappresentando in tutti gli scenari – seppur con oscillazioni diverse – ben più del 70% della domanda primaria di energia al 2040. Cambiano però i rapporti di forza: il carbone si conferma la fonte più colpita dalle politiche climatiche; perde terreno in tutti gli scenari e più marcatamente nell’ultimo WEO, arrivando a coprire la quota minima del 21% sul mix energetico al 2040”.

Il petrolio, “pur mantenendo la sua leadership, segue un trend decrescente a seguito delle istanze sempre più pressanti di efficientamento delle tecnologie motoristiche e dei carburanti nonché di elettrificazione della mobilità". Mentre il gas naturale "è l’unica fonte fossile a mantenere un trend di crescita in tutti gli scenari considerati rappresentando un quarto dei consumi di energia al 2040. Non supera la leadership del petrolio ma si avvicina, diventando la seconda fonte nel mix energetico globale a partire dal WEO 2017”.

Per quanto riguarda le rinnovabili, infine, “se il dato consuntivo del decennio 2007-2018 mostra una sostanziale stabilità con un aumento della sua quota di 1 p.p. sul mix totale, in termini prospettici si nota una crescita costante, trainata soprattutto dalla diffusione del solare fotovoltaico nella generazione elettrica".

Malgrado ciò, però, nel decennio considerato "le emissioni globali di CO2 crescono a un tasso medio annuo dell’1,3%, passando da 28,8 miliardi di tonnellate (Gt) nel 2007 a 33,2 Gt nel 2018. In termini prospettici, le cose non sembrano migliorare: in tutte le edizioni del WEO analizzate, i valori previsivi risultano sempre più alti dei consuntivi, raggiungendo un livello che non scende mai sotto i 35 Gt – hanno evidenziato le due analiste del RIE –. Siamo insomma ben lontani dalla traiettoria ottimale che ci permetterebbe di centrare l’obiettivo dei 2°C (se non addirittura quello dell’1,5°C) previsto dall’Accordo di Parigi". Per questo, sulla base delle proiezioni, emerge "come le attuali misure di riduzione delle emissioni in ambito energetico siano inconciliabili con quanto sarebbe necessario fare per contrastare il cambiamento climatico. Il messaggio dell’Agenzia di Parigi, insomma, è chiaro: bisogna fare di più. I policy maker sono chiamati a valutare con attenzione le implicazioni derivanti dalle loro scelte, per poterci riportare sulla rotta di un futuro sostenibile e realmente low carbon", hanno concluso Orlandi e Proietti Silvestri.

All’interno del nuovo numero sono pubblicati, inoltre, i consueti commenti tecnici, relativi i mercati e le borse elettriche ed ambientali nazionali ed europee, la sezione dedicata all’analisi degli andamenti del mercato del gas italiano e la sezione di analisi sugli andamenti in Europa, che approfondisce le tendenze sui principali mercati europei delle commodities.

La nuova pubblicazione GME riporta, inoltre, come ormai è consuetudine, i dati di sintesi del mercato elettrico per il mese di novembre 2019.

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