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Commissione banche, Lannutti non si ritira: ira Pd

17 dicembre 2019 | 13.28
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Il senatore pentastellato all'Adnkronos "Resto al mio posto". Fiano attacca: "Estimatore dei Protocolli dei Savi anziani di Sion, Di Maio chiarisca". E Lannutti minaccia querele: "Mio figlio alla Popolare di Bari? Solo un impiegato, nessun conflitto d'interessi". Oggi l'incontro con Grillo

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Il Pd e Italia Viva non mi sostengono? Quello che fanno il Pd e Italia Viva sono affari del Pd e di Iv, mentre quel che fa il M5S è affare del M5S. Io sono il candidato del Movimento, tutto qui. Fin quando non cambieranno le cose, io sono stato scelto con elezioni democratiche e resto al mio posto". Lo dice all'Adnkronos il senatore grillino Elio Lannutti, candidato del M5S alla presidenza della commissione d'inchiesta sulle banche, ma finito nel mirino dei due partiti di maggioranza che condannano il tweet del senatore sul falso storico dei 'Protocolli dei Savi di Sion'. "Sono stato con Antonio Di Pietro da Grillo - aggiunge poi - ma quel che ci siamo detti... chiedetelo a Grillo".

Ma le dichiarazioni del senatore pentastellato non sono piaciute al Pd, che insorge. "Uno degli estimatori dei Protocolli Savi anziani di Sion - scrive Emanuele Fiano appellandosi a Di Maio -, un testo antisemita falso diffuso dalla polizia segreta zarista all’inizio del ’900, nella Germania del Terzo Reich fu proprio Hitler, che li citò nel Mein Kampf. Tralascio gli altri estimatori da Hamas all’estrema destra. Poi è arrivato il senatore Elio Lannutti del M5S che di quel testo falso e immondo ha ripubblicato su Twitter le teorie che stavano nel secolo scorso anche alla base del progetto che portò alla Shoah. Delle due l’una, o vale ormai tutto e la storia è un inutile orpello, oppure Luigi Di Maio devi dichiarare nero su bianco che uno così il presidente della commissione Banche non lo può fare. Sicuramente non avrà i nostri voti".
Dello stesso parere il sottosegretario allo Sviluppo economico, la dem Alessia Morani, che su Twitter aggiunge: "Dovrebbe essere #Lannutti a ritirarsi dalla candidatura per la presidenza della commissione banche. Mi auguro che abbia la sensibilità di togliere la maggioranza da questo grande, gigantesco imbarazzo''.

LANNUTTI MINACCIA QUERELE - "In merito alle polemiche create ad arte in queste ore da diversi organi di stampa su di me e su miei presunti conflitti d'interesse, tengo a precisare che mio figlio è un semplice impiegato della Banca Popolare di Bari. Pertanto qualsiasi insinuazione sull'incompatibilità con il mio eventuale ruolo alla presidenza della commissione parlamentare d'inchiesta sulle Banche è destituita di ogni fondamento. Chiunque nelle prossime ore continuerà ad alimentare questa campagna ne risponderà nelle sedi giudiziarie, non permetto a nessuno di gettare fango sul mio rigore etico e sulla serietà del mio impegno pubblico". Così in una nota il senatore del MoVimento 5 Stelle.

Additato di conflitto di interessi per il fatto che il figlio Alessio lavora alla Banca Popolare di Bari, al centro di un intervento di salvataggio del governo, il senatore replica: "Ma lui lavora come impiegato - spiega a Radio Capital -. Dov’è il conflitto di interessi? Non esiste, è l’ennesima macchina del fango".

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