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Stop diesel a Roma, Greenpeace: "Arrivato tardi"

15 gennaio 2020 | 11.30
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"Non affiancato da misure che permettano a cittadini di spostarsi in maniera alternativa e sostenibile"

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Il bando temporaneo alla circolazione dei veicoli a diesel a Roma "è dovuto ma è comunque arrivato tardi rispetto a un periodo prolungato di livelli di polveri sottili già allarmanti, registrato nei giorni scorsi e per diversi giorni consecutivi". Così all'Adnkronos Federico Spadini, responsabile Campagna Trasporti di Greenpeace.

In più, il bando temporaneo "non è stato affiancato da misure che permettano ai cittadini di muoversi in maniera alternativa, ad esempio potenziando il trasporto pubblico o prevedendone la gratuità in occasione dei bandi temporanei, un deficit rispetto alla misura presa. I bandi temporanei sono comunque una soluzione solo parziale se i cittadini non vengono messi in grado di muoversi con trasporti più sostenibili".

"La situazione smog è allarmante in diverse zone d'Italia, in particolare al nord e in molte città, compresa Roma dove in questi giorni sono stati registrati livelli di polveri sottili oltre i limiti e per diversi giorni consecutivi. I blocchi? Sono misure deficitarie perché rispondono a logiche emergenziali, invece servono misure di lungo termine. A Roma due anni fa la sindaca Raggi annunciò la volontà di bandire i diesel dal centro della città entro il 2024 ma ad oggi di questa dichiarazione restano solo parole". L'unico provvedimento preso, continua Spadini, "è stato il blocco dei diesel euro 3 dall'anello ferroviario ma quello che manca è una road map per capire quali misure concrete l'amministrazione vuole intraprendere per arrivare al risultato al 2024. I cittadini hanno diritto di sapere quale questa tabella di marcia". Anche perché "il bando dei veicoli più inquinanti non basta se non vengono previsti incentivi e misure di potenziamento per la mobilità sostenibile, dal trasporto pubblico all'elettrico, dalla mobilità condivisa alla ciclabilità". Insomma, "senza un piano, si compromette la possibilità di realizzare l'obiettivo al 2024 perché senza dettagli non sappiamo a che punto sono i lavori e perché i cittadini hanno il diritto di sapere cosa fare per arrivare preparati a quella data".

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