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Consumi, sale la spesa degli italiani al ristorante

21 gennaio 2020 | 14.40
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In totale la cifra si assesta sugli 86 miliardi di euro (+0,7%) nel 2019 e ogni italiano spende 1.362 euro l'anno. E' quanto stima la Fipe che rileva: "Bar e locali assediati da kebab, dopo 1 anno chiude 25% ristoranti"

(Fotogramma)
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Gli italiani spendono sempre di più per mangiare fuori casa, in totale la cifra si assesta sugli 86 miliardi di euro (+0,7%) nel 2019, un trend che in 11 anni, dal 2008 (quando iniziò la crisi) è aumentato di 5,5 miliardi in valore (+7,2%). E' quanto stima la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) nel rapporto Ristorazione 2019 in cui la federazione analizza l'andamento del settore. Sul totale della spesa per il mangiare pari a 239 miliardi di euro nel 2019 il 36% quindi è rappresentato dal 'fuori casa', mentre è in calo la spesa casalinga, circa 153 miliardi di euro, una cifra che in 11 anni è scesa di quasi 9 miliardi (8,9 mld).

SPESA PRO CAPITE - Gli italiani spendono 1.362 euro l'anno pro capite per mangiare fuori casa. Il 62,5% dei consumatori intervistati cena fuori almeno una volta al mese e spesso punta sulla pizza ma in un caso su tre la spesa media è di poco inferiore ai 30 euro a persona. Ogni giorno 5,4 milioni di italiani fanno colazione al bar spendendo in media tra i 2 e i 3 euro per caffè, cappuccino e cornetto. Inoltre, per il pranzo durante la settimana consumato al bar la media è tra i 5 e i 10 euro per il 67,6% degli italiani. E ancora per un pranzo nel weekend 10,7 milioni di italiani almeno 2 volte al mese spendono tra i 16 e i 30 euro.

Al ristorante cercano e trovano soprattutto i prodotti del territorio: sette consumatori su dieci prestano attenzione alla provenienza delle materie prime e il 54% vuole conoscere le origini dei piatti. E dal rapporto emerge che non trascurano la ricerca di un servizio attento alla sostenibilità ambientale: 7 su 10 prestano attenzione alle politiche green dei ristoranti, il 37,7% verifica se è disponibile la doggy bag contro gli sprechi di cibo e il 36,7% chiede prodotti provenienti da allevamenti sostenibili ma l'acqua deve essere rigorosamente minerale per il 73,4% delle persone.

"BAR E LOCALI ASSEDIATI DA KEBAB, DOPO 1 ANNO CHIUDE 25% RISTORANTI" - Paninoteche, kebab, e "finti" take away sono aumentati del 54,7% negli ultimi 10 anni nei centri storici delle grandi città del nord e minacciano gravemente bar e ristoranti tradizionali, rileva la Fipe, al punto che nel settore si riscontra un elevato tasso di mortalità imprenditoriale. Dopo un anno chiude il 25% dei ristoranti; dopo 3 anni abbassa le serrande quasi un locale su due, mentre dopo 5 anni le chiusure interessano il 57% di bar e ristoranti. La Fipe parla di una concorrenza "fuori controllo" spesso associata ad "abusivismo commerciale". Un calo che per i bar è pari allo 0,5%, anche se c'è da dire che resiste la colazione al bar con 5,4 milioni di italiani che ogni giorno la fanno.

"Questo - secondo il presidente Fipe Lino Enrico Stoppani - dipende da una molteplicità di fattori: i costi di locazione sono diventati insostenibili, il servizio richiede personale e il personale costa, gli oneri di gestione, a cominciare dalla Tari, sono sempre più pesanti. La scorciatoia è fatta da attività senza servizio, senza spazi e con personale ridotto all'osso, ed è favorita da politiche poco lungimiranti delle amministrazioni locali che consentono a tutti di fare tutto senza il rispetto del principio 'stesso mercato, stesse regole' che per noi è alla base di una buona e sana concorrenza. La disparità di condizioni non genera soltanto concorrenza sleale, ma finisce per impoverire il mercato stesso, la sicurezza dei consumatori e la qualità delle nostre città".

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