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Whirlpool chiude sito Napoli il 31/10, da governo 7 mesi per alternativa

29 gennaio 2020 | 14.36
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(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

Whirlpool dismetterà la produzione di lavatrici di alta gamma del sito di Napoli il 31 ottobre prossimo: la sua attività non è più sostenibile economicamente e lo stabilimento campano perde 20 milioni all’anno. Nel frattempo il governo e la stessa azienda però vaglieranno eventuali candidature o manifestazioni di interesse ed entro il prossimo luglio appronteranno una short list di possibili partner industriali interessati all’acquisizione del sito di via Argine. E' questa la road map per salvare una realtà industriale ma soprattutto 420 lavoratori campani dal licenziamento, messa a punto dopo 5 ore di confronto, più volte ad un passo dalla spaccatura, tra governo, azienda e sindacati nel corso del tavolo convocato oggi al Mise per riprendere il filo di una trattativa ‘congelata’ di fatto lo scorso ottobre.

Il copione non è poi così diverso da quello che aveva sancito la tregua di tre mesi fa con l’azienda che aveva alla fine fatto marcia indietro rispetto ad una cessione del sito campano a stretto giro di posta; si allungano però i tempi di uscita di Whirlpool che sposta la data di addio dal 31 marzo al 31 ottobre.

Sette mesi di tempo che i sindacati ottengono al tavolo di confronto anche grazie ad una linea dura loro e dello stesso ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli che sospende il confronto accusando i vertici della multinazionale di comportamenti "inaccettabili" anche se sarà lo stesso Patuanelli a spiegare poi ai sindacati la necessità di una mediazione e il limite stesso all’azione di governo: "Se una azienda decide di non continuare la produzione per insostenibilità economica non esistono strumenti normativi coercitivi che possano impedirle di chiudere un’attività", dice a Fim Fiom Uilm e Uglm.

Il governo dunque si appresta a scendere in campo alla ricerca di soluzioni alternative dando perciò mandato a Invitalia di individuare soluzioni industriali che consentano di rilanciare il sito e portare appunto, entro luglio, alla presentazione da parte di un nuovo soggetto industriale di un nuovo piano sostenibile nel lungo periodo con cui salvaguardare il know how e le capacita professionali dei lavoratori.

Whirlpool comunque, che non avrebbe ancora deciso dove portare la produzione di lavatrici chiusa a Napoli, assicura che i 17 milioni previsti per il sito campano "saranno redistribuiti sugli altri stabilimenti del Gruppo". Sarà anche di questo che si tornerà a parlare per fare un punto della situazione nel prossimo round non ancora calendarizzato ma atteso per febbraio nel quale, dice ancora il Mise nel suo comunicato al termine del lungo incontro, sarà anche effettuato un monitoraggio dell’andamento dei singoli stabilimenti Whirlpool.

Ma i sindacati non ci stanno: reputano "inaccettabile" le difficoltà addotte dalla multinazionale per giustificare l’addio al sito di Napoli e contestualmente accusano il Governo, Fiom in testa, di essere "inadeguato". Via dunque a 8 ore di sciopero unitario in tutti gli impianti del gruppo contro quello che anche per la Fim è stata una vera doccia fredda: il governo, dice Marco Bentivogli, ha "sciupato"quella tregua ottenuta a ottobre scorso con le lotte dei lavoratori.

"Sciupata in tempo perso e tavoli tecnici che non hanno prodotto soluzioni che garantiscano la continuità produttiva da parte di whirlpool", dice accusando anche l'azienda di aver sbagliato strategia. E di "incontro insoddisfacente" parla anche la Uilm. "Il governo trovi al più presto una soluzione credibile per il futuro di Napoli", dice Palombella uscendo.

Anche per l’Uglm il governo è chiamato a fare di più:"deve prendere una posizione che eviti la cessazione della produzione di lavatrici a NapolI perché non è accettabile che un altro asset industriale del Mezzogiorno venga dismesso", dice il segretario generale Antonio Spera.

Ma che la tensione e la rabbia tra i lavoratori sia arrivata ad un punto di guardia lo dimostra anche la reazione al termine dell’incontro quando un piccolo gruppo di operai Whirlpool ha aggredito u segretari di Fim Fiom e Uilm. Spinte e sputi in risposta del fatto che i sindacalisti avevano spiegato come a rischio ci sarebbero anche quei 20 mln a disposizione della cassa integrazione.

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