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Draghi, le 10 tappe della sua presidenza Bce

31 gennaio 2020 | 06.49
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La cerimonia con cui viene assegnata la medaglia della 'Croce al Merito', l'onoreficenza più alta della Repubblica Federale di Germania, suggella 8 anni di guida della Banca centrale europea

(AFP)
(AFP)

La cerimonia con cui a Mario Draghi viene assegnata la medaglia della 'Croce al Merito', l'onoreficenza più alta della Repubblica Federale di Germania, va a suggellare - in un'ottica tutta tedesca - otto anni di guida della Banca Centrale Europea, un periodo - dal 1° novembre 2011 al 31 ottobre 2019 - che ha cambiato, forse per sempre, il ruolo e la considerazione dell'Eurotower.

Queste le 10 tappe che hanno scandito la presidenza del banchiere italiano.

- Novembre 2011: il nuovo presidente della Bce esordisce 'con il botto', iniziando il mandato con una politica aggressiva sui tassi di interesse. Nel giorno del suo debutto, con la motivazione di una previsione di inflazione in calo, il Consiglio dell'Eurotower li sforbicia di 0,25 punti, portandoli a 1,25%.

- Dicembre 2011: da Draghi doppia mossa nel mese successivo al suo inizio mandato. La Bce taglia nuovamente i tassi di interesse di 0,25 punti e li porta all'1%. E intanto vengono lanciati i 'piani di rifinanziamento a lungo termine' (le Ltro), che consistono in prestiti agevolati alle banche per far affrontare la crisi e soprattutto fare ripartire il credito.

- Luglio 2012: di tutto il mandato di 'super Mario', forse quella pronunciata a Londra in un discorso sarà la frase più celebre e ricordata. E' quel 'whatever it takes', "tutto il necessario" che la Banca centrale europea metterà in campo "per preservare l'euro". E Draghi la completa con "credetemi, sarà sufficiente", tracciando così senza più ombra di dubbio quale sarà la politica monetaria dell'Eurotower per gli anni a venire.

- Agosto 2014: nel corso del summit di Jackson Hole, Mario Draghi esorta i Paesi con i bilancio in ordine a finanziare la domanda. E' un chiaro riferimento alla Germania, una mossa che ha aperto un dibattito che in un certo senso è ancora in corso.

- Novembre 2014: il presidente della Bce risponde agli effetti della crisi finanziaria in Europa. Parte l'Mvu, meccanismo di vigilanza unico europeo, che segue l'Unione bancaria avviata nel 2012.

- Gennaio 2015: viene annunciato il Quantitative Easing, il programma di acquisto dei titoli pubblici per 60 miliardi al mese, che prenderà il via in estate.

- Luglio 2015: nel mese in cui prende il via il Quantitative Easing, Draghi si scontra con il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, perché la Germania avrebbe voluto la Grecia fuori dall'euro. Ma proprio lo stesso esponente della Csu in seguito ha ammesso che, nonostante le divergenze, "il presidente della Bce ha salvato la moneta unica".

- Dicembre 2018: Draghi vince una delle battaglie più dure con i suoi oppositori tedeschi. Infatti la Corte di Giustizia europea dichiara "legale, non politico e di competenza della Bce" il programma di Quantitative Easing, sconfessando così le accuse di quegli esponenti tedeschi che nel 2016 avevano dapprima portato il caso alla Corte Costituzionale della Repubblica Federale (che a sua volta si era dichiarata incompetente, rimandando la decisione ai giudici europei).

- Settembre 2019: dopo pochi mesi dalla sua conclusione, il Quantitative Easing viene avviato nuovamente. Questa volta la cifra mensile è notevolmente più bassa, 20 miliardi di euro, ma non c'è una scadenza al programma. In contemporanea la Bce taglia i tassi di interesse, portandoli al minimo storico di -0,50% e introduce il 'tiering', meccanismo che attenua sulle banche gli effetti dei tassi negativi sui depositi che si trovano nell'Eurotower.

- Ottobre 2019: nel giorno del suo addio, Draghi - con un chiaro riferimento alle riserve di politici e banchieri tedeschi verso alcune decisioni - parla del dissenso pubblico nei confronti della sua presidenza, ricordando come nella storia dell'istituto sia normale l'esistenza di opinioni differenti e come il confronto ci sia sempre stato in seno alla Bce.

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